Palazzi & potere
Russiagate, attacco frontale di Salvini. Ormai è guerra aperta con il Premier

Russiagate, attacco frontale di Salvini. Ormai è guerra aperta con il Premier
Il premier Giuseppe Conte chiede da tempo che Matteo Salvini chiarisca sul 'Russiagate' italiano, ov
vero sulla
cosiddetta ’vicenda Savoini’. E ora, scrive l'Agi, e’ Matteo Salvini ad invocare un
chiarimento di Giuseppe Conte sulla vicenda ’Russiagate’, ovvero
l’inchiesta giudiziaria nata a seguito di sospette ingerenze da parte
della Russia nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali
negli Stati. Si rinnova lo scontro tra i due dopo lo strappo di
agosto. "Conte non viene certamente convocato da Salvini", dicono
nella sede del governo. Il presidente del Consiglio si e’ detto
disponibile a riferire al Copasir prima di esprimersi pubblicamente
sulla vicenda. "Per correttezza istituzionale". In ogni caso -
sottolineano fonti di palazzo Chigi - non c’e’ alcuna preoccupazione
da parte di Conte rispetto alla vicenda Barr-intelligence.
"Al premier - spiegano le stesse fonti - non risulta alcuna
anomalia di comportamento da parte dei vertici dei nostri servizi".
Il partito di via Bellerio promette di attaccare a testa bassa. E si
pone interrogativi su cosa si possa nascondere dietro quel tweet di
Donald Trump ad agosto, quando arrivo’ l’endorsment del presidente
americano nei confronti del presidente del Consiglio. E’ una polemica
destinata ad essere alimentata tra accuse, voci e congetture i cui
riscontri verranno verificati proprio dal Copasir che potrebbe
riunirsi mercoledi’.
Un ’big’ del Carroccio, per esempio, rivela che ad agosto Andrew
Giuliani che lavora insieme al padre nel team del Presidente
americano Donald Trump come Public Liaison Assistant e’ stato a Roma
e - secondo quanto viene riferito dalle stesse fonti - ha incontrato
anche degli esponenti politici. Nella vicenda emersa su diversi
quotidiani - questa la convinzione dei leghisti - si intreccia anche
l’Ucraina-gate’. Una vicenda che - azzarda un dirigente del
Carroccio - potrebbe travolgere i vertici dei Servizi e lo stesso
presidente del Consiglio. "Conte sara’ costretto a fare un passo
indietro. Ci stanno chiamando tutti i grandi giornali americani",
dice un senatore della Lega.
"Non c’e’ alcuna preoccupazione", ripetono a palazzo Chigi. La
tesi della Lega e’ che con il via libera del premier i servizi
italiani, incontrando il ministro Barr, non si siano occupati della
sicurezza nazionale e che potrebbero essere convocati anche dai dem
Usa in merito al processo sull’impeachment nei confronti del
presidente americano.
"Conte ha dato l'ok senza una rogatoria internazionale, senza informare ne' i ministri competenti
ne’ il
Copasir", il ragionamento. Anche nelle altre forze d’opposizione ci
si chiede come mai il premier abbia autorizzato l’Intelligence ad
incontrare il ministro Barr. "Aremmo capito se il ministro della
Giustizia avesse incontrato il suo collega italiano, ma perche’ i
nostri 007?", la domanda.
"Conte - ha detto oggi Salvini - non mi fece neanche mezzo colpo
di telefono". Poi l’affondo: il presidente del Consiglio usa i
servizi segreti "come sua dependance, suoi portatori d’acqua e
bevande. Spieghi se qualcuno ha sbagliato e ha qualcosa da
nascondere".
"Conte - rilanciano i capigruppo della Lega di Camera e Senato,
Molinari e Romeo - venga urgentemente in Parlamento a riferire
sull’incontro avuto con i servizi segreti, William Barr e il
procuratore John Durham nell’ambito dell’inchiesta sul Russiagate.
Sarebbe gravissimo se Conte avesse usato per fini personali i servizi
segreti. Chiediamo un’immediata risposta in Parlamento".
Il Copasir dovrebbe essere convocato a meta’ della prossima
settimana per iniziare l’iter per la nomina del nuovo presidente.
Oggi il Pd ha designato il deputato Borghi come nuovo componente
dell’organismo, al posto di Guerini che si e’ dimesso dopo essere
diventato ministro della Difesa. Ancora non e’ stato deciso chi
sostituira’ Guerini alla guida del Copasir, ma se la Lega dovesse
indicare un esponente moderato - viene spiegato - potrebbe spuntarla
per la presidenza che di norma spetta all’opposizione.
"Salvini vorrebbe - riferiscono fonti parlamentari del Carroccio -
un proprio fedelissimo". Si fanno i nomi di Giorgetti (avrebbe
declinato pero’), Candiani o Molteni. "Ma al momento non e’ stata
presa alcuna decisione. Bisogna vedere cosa succede la prossima
settimana", dicono le stesse fonti. Qualora non ci fosse un accordo
tra la maggioranza e la Lega potrebbe spuntarla il senatore di Fdi
Urso o un esponente di FI. Solo dopo la nomina del prossimo
presidente si dovrebbe avviare l’iter per chiedere ufficialmente al
premier Conte di essere audito sulla vicenda dei contatti tra i
nostri Servizi e il ministro Barr.