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Politica
Par condicio, scoppia il caso: più tempo per il governo in tv

Par condicio: ok all'emendamento sull'informazione governativa 

È arrivato in tarda serata il via libera della Commissione di Vigilanza all'emendamento alla delibera dell'Agcom sulla Par condicio per le elezioni europee presentato da FdI, Lega e Nm che stabilisce, così come riformulato che "nel periodo disciplinato dalla presente delibera, i programmi di approfondimento informativo, qualora in essi assuma carattere rilevante l'esposizione di opinioni politiche elettorali, sono tenuti a garantire la piu' ampia possibilita' di espressione ai diversi soggetti politici facendo in ogni caso salvo il principio e la necessità - ha spiegato Lupi nel corso della seduta notturna della bicamerale - di garantire una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative secondo le regole stabilite dalla legge n.28 del 2000 e della legge 515 del 1993". La maggioranza ha votato a favore di questo emendamento riformulato (4.13) mentre i rappresentanti dell'opposizione hanno espresso il voto contrario.

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Par condicio: FI, bene ok a delibera

"Riteniamo positiva l'approvazione della delibera sulla Par condicio da parte della commissione parlamentare di vigilanza Rai. Avremmo voluto una maggiore convergenza di tutta la commissione, ancor piu' dopo che come gruppo di Forza Italia abbiamo auspicato e condiviso il richiamo in vari emendamenti alle leggi del 1993 e del 2000, che regolano la comunicazione durante le campagne elettorali". Cosi', in una nota, il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, il capogruppo in commissione di Vigilanza Roberto Rosso e gli onorevoli Rita Dalla Chiesa e Andrea Orsini.

"Le minoranze in alcune votazioni si sono paradossalmente espresse contro il richiamo a norme vigenti - aggiungono i quattro - e da loro sempre evocate. Invece di condividere una decisione equilibrata e di merito, con principi spesso ripresi letteralmente da delibere approvate quando al governo c'era Conte e la maggioranza era di tutt'altro orientamento politico. Abbiamo, oggi e nei giorni precedenti, agito per una decisione condivisa, obiettiva e rispettosa di leggi vigenti e delibere Agcom. Ad esempio e' stato accolto il principio della diversa valutazione delle fasce orarie, tenendo conto del numero degli spettatori che muta a secondo dell'ora. Si preferisce una narrazione non veritiera su 'occupazioni' inesistenti al rispetto della verita', del pluralismo e delle innovative indicazioni dell'autorita' per le comunicazioni. Le sinistre avevano deciso di raccontare una versione fantasiosa e di parte e cosi' hanno fatto prescindendo dalla realta'. Ma l'imbarazzo e le contraddizioni con cui lo hanno fatto sono apparsi evidenti".

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Par condicio: Ruotolo (Pd), e' a rischio art.21 Costituzione 

"Non era mai successo che una maggioranza di governo per dare piu' spazio in tv ai suoi ministri e sottosegretari si votasse da sola, dopo averlo stravolto, il regolamento della Par condicio messo a punto dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni", dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Partito Democratico, dopo il voto di ieri sera in Vigilanza Rai. "Quello che e' successo ieri sera - riprende - non ha precedenti. Per la prima volta da quando e' stato varato il regolamento nel 1993, la Par condicio non garantisce piu' il corretto svolgimento della campagna elettorale nella tv pubblica perche' consente a ministri e sottosegretari di aggiungersi ai rappresentanti della maggioranza negli ultimi giorni della campagna elettorale, in questo caso per le elezioni Europee dell'8 e 9 giugno, con la scusa delle loro attivita' istituzionali. Un atto di forza grave e pericoloso".

"I rappresentanti della maggioranza in commissione sono andati oltre la decenza. Le opposizioni hanno votato compatte contro gli emendamenti presentati in commissione. Prendiamo atto, come Partito Democratico - sottolinea Ruotolo - che la presidente Meloni considera la Rai cosa sua. Da oggi avremo due regolamenti per la Par condicio. Uno redatto dall'Agcom per le emittenti private e l'altro scritto nelle stanze di Palazzo Chigi per l'emittente pubblica. Dunque, la questione del controllo politico sull'informazione nel nostro Paese e' sempre piu' drammatica. L'articolo 21 della Costituzione - denuncia l'esponente dem - e' a rischio. Non si cambiano le regole mentre e' in corso la campagna elettorale".






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