Politica

Patto Stabilità, Draghi corre in soccorso della Meloni: "Sì a nuove regole"

Di Mario Draghi

L’ex premier Draghi e l’assist all’Italia sul Patto di stabilità in Europa: “Servono nuove regole e più sovranità condivisa”. IL COMMENTO INTEGRALE

Le sfide comuni, come quella per il clima e la difesa, sono semplici: o tutti i Paesi raggiungono il loro obiettivo comune, oppure non lo raggiunge nessuno. Se alcuni Paesi possono usare il loro spazio fiscale ma altri no, l’impatto che avranno tutte le spese è inferiore, perché nessuno sarà in grado di arrivare alla sicurezza climatica o militare. La seconda opzione è quella di ridefinire il quadro fiscale dell’Ue e il processo decisionale per renderli adeguati alle nostre sfide condivise. La Commissione europea ha presentato una proposta di nuove regole fiscali proprio quando – con l’ulteriore allargamento dell’Ue previsto – è arrivato il momento giusto per prendere in considerazione questi cambiamenti.

Le regole fiscali dovrebbero essere allo stesso tempo sia rigide, per permettere che le finanze dei governi siano convincenti sul medio termine, sia flessibili, per consentire ai governi di reagire a choc inatteso. Quelle attuali non sono né l’una né l’altra, e questo porta a politiche troppo accomodanti nei periodi di crescita e troppo rigide in quelli di bassa congiuntura. La proposta della Commissione europea farebbe molto per rimediare a una simile prociclicità. Anche se messa in atto completamente non risolverebbe del tutto il compromesso tra regole rigide – che per essere credibili devono essere automatiche – e flessibilità.

Soltanto trasferendo maggiori poteri di spesa al centro sono possibili regole più automatiche per gli stati membri. A grandi linee, questo è quanto accade in America, dove accanto a un governo federale potenziato si applicano regole fiscali inflessibili ai vari stati, ai quali è vietato in maniera categorica fare deficit. Le regole del pareggio di bilancio sono accettabili proprio perché a livello federale ci si fa carico del grosso della spesa discrezionale. Qualora dovesse federalizzare parte delle spese d’investimento indispensabili per perseguire gli obiettivi condivisi odierni, l’Europa potrebbe arrivare a un equilibrio simile. La spesa e l’indebitamento federali condurrebbero a una efficienza maggiore e a uno spazio fiscale maggiore, poiché i costi aggregati di indebitamento sarebbero inferiori.