Politica

Pd, Borghi ad Affari: "C'è il rischio che i cattolici democratici lascino"

Di Alberto Maggi

Segreteria Pd, intervista al senatore Dem Enrico Borghi

Non teme che i cattolici democratici, come Beppe Fioroni, possano lasciare il Pd?
“Fingere che questo tema non esista significa mettere la testa sotto la sabbia. Non ho mai concepito l’esperienza del cattolicesimo democratico come l’elemento negoziale per ottenere uno strapuntino, ma neppure come la dimensione della pura testimonianza. Chi vuol fare testimonianza, fa convegni o va in convento. Sul piano della politica si è, per dirla con Bob Kennedy, nel sangue e nella polvere dell’arena. E bisogna sempre ricordarsi quella frase di padre Bevilacqua, rievocata spesso da Martinazzoli, secondo la quale le idee non valgono per quello che rendono, ma per quello che costano".

"E dentro questa dimensione, nessuno che si vuole definire “democratico” può sfuggire ad una domanda: qual è il futuro della persona in un mondo nel quale la tecnica ha accorciato e quasi sovrapposto i confini tra la vita e la morte, che ha dato nelle mani degli uomini il potere di selezionare il genoma e la tempo stesso di sviluppare l’intelligenza artificiale, che sta sostituendo l’infocrazia alla democrazia mentre i regimi che fanno dello sfruttamento dell’uomo il loro impianto ideologico vogliono imporsi  sul piano globale con la violenza? Nessuno di noi ha la risposta pronta a questa domanda che ci pone la contemporaneità. Servono riflessione e confronto, cose piuttosto desuete nei tempi dell’emotività e della tifoseria in politica. Credo che per rispondere a queste domande, la tradizione e la cultura del cattolicesimo democratico - insieme con altre culture democratiche - sia un elemento prezioso, da non disperdere, perchè in fondo è il sale della Terra".