Politica

Pd, Direzione Nazionale "farsa". Il Quirinale spegne il dibattito

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Governo, riprende quota l'ipotesi Delrio premier

Niente dibattito in Direzione Nazionale del Partito Democratico. Come rivelano ad Affaritaliani.it fonti ai massimi livelli del Nazareno, oggi ci sarà soltanto una comunicazione del segretario, "circa 15 minuti", ma nessun confronto, rimandato ad una seconda convocazione in calendario probabilmente la prossima settimana. Tanto che molti deputati e senatori dem stanno addirittura lasciando Roma per tornare nelle loro città per il ponte dell'Immacolata. Si tratta di un compromesso caldeggiato dal presidente Mattarella per evitare che un eventuale scontro renziani-minoranza esploda alla vigilia delle consultazioni al Quirinale. Di fatto, spiegano le fonti del Pd, "è come mettere il coperchio su una pentola a pressione".

Un coperchio targato Mattarella e che serve a cercare di rasserenare il clima almeno all'interno del partito di maggioranza relativa. Una lite tra i renziani e l'ala Bersani-Speranza in Direzione sarebbe infatti una "bomba" sugli equilibri politici, già molto fragili dopo il successo del No al referendum costituzionale di domenica scorsa. Ufficialmente le comunicazioni del segretario verteranno sulla composizione della delegazione del Pd che andrà al Colle e che quasi certamente sarà composta dai due capigruppo, Zanda e Rosato, dal presidente del Pd Orfini e dal vicesegretario Guerini. Non ci sarà quindi Renzi. La proposta sarà quella anticipata ieri: governo istituzionale (Grasso) o elezioni.

Ma dal momento che anche Forza Italia, come confermano fonti azzurre, non è disponibile ad alcuna collaborazione per un altro esecutivo e per le elezioni occorre attendere il pronunciamento della Corte Costizionale del 24 gennaio, nelle ultime ore è tornata con forza l'ipotesi di un governo politico. Due i nomi per la presidenza del Consiglio: Delrio o Franceschini. Più il primo del secondo perché più "renziano" e soprattutto perché l'attuale ministro dei Beni Culturali, che controlla un folto gruppo di parlamentari dem, preferisce in questa fase restare con le mani libere per tornare in campo eventualmente in una seconda fase.