Politica

Pd, Enrico Letta silura Marcucci e Delrio: "Ora due donne capigruppo"

Dopo lo stravolgimento nella segreteria del partito Letta mette da parte Delrio e Marcucci (renziano)

PD, LETTA PRONTO A SOSTITUIRE I DUE CAPIGRUPPO ALLA CAMERA E AL SENATO CON DUE DONNE

Due donne alla guida dei gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato. Lo propone il segretario dem Enrico Letta in una intervista al Tirreno. "Non posso immaginare - spiega - che nel nostro partito ci siano solo volti maschili al vertice. Non possiamo essere quelli con uomini al comando e donne vice, quando va bene. Servono leadership mischiate , specie adesso che in Europa ci sono Angela Merkel, Ursula Von der Leyen e Christine Lagarde. Per me questo e' un passaggio chiave". Letta tiene a precisare che non c'e' nessuna critica nei confronti degli attuali capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci: "Sono tra le figure di maggior rilievo che abbiamo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli. Siamo intorno alla meta' della legislatura ed e' giusto lasciare spazio a due donne". Letta non scegliera' i nomi delle due donne. "Assolutamente no - chiarisce -. Ai gruppi suggerisco che votino e scelgano senza drammi. Non le indico io le capogruppo, le scelgano".

Nell'intervista, a proposito del cambio dei due capigruppo del Pd di Camera e Senato, Letta ha aggiunto: "Questa settimana i gruppi ne discuteranno. Quando sono arrivato ho detto che c'è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne". Il segretario dem ribadisce la sua attenzione verso i giovani: "Il mio partito vuole parlare giovane. Anche il mio staff sarà formato da quattro studenti universitari che mi porto dietro dalla scuola parigina, sono cresciuti con me e io con loro".    "Torno - ha detto ancora Letta - con una grande voglia di politica, con un discorso di politica a tutto tondo in linea con quanto Nicola Zingaretti ha fatto finora". Infine Draghi "è stato bravissimo nel limitare al massimo le richieste della Lega in fatto di condoni".