Politica

Pd, Letta in pole come segretario. Ma gli ex renziani si mettono di traverso

L'ex premier, per prendere il posto di Zingaretti, pone due condizioni. Sostegno unitario e congresso nel 2023. Ma Guerini e Lotti si mettono di traverso

Pd, Letta in pole come segretario. Ma gli ex renziani si mettono di traverso

Il Pd deve fare in fretta. Dopo le dimissioni del suo segretario Nicola Zingaretti, per i dem c'è da prendere un decisione cruciale per il partito. Eleggere un reggente che li porti a Congresso o affidare subito il ruolo ad una figura autorevole. Nell'assemblea nazionale convocata per domenica prossima questa riserva dovrà essere sciolta. Ma c'è un nome che in pole position e convince quasi tutti: quello dell'ex premier Enrico Letta. Il pressing - si legge sul Corriere della Sera - è fortissimo sia da parte di Dario Franceschini che di Andrea Orlando e Nicola Zingaretti. In queste ore chi ha parlato con l’ex premier lo ha definito «molto preoccupato per le sorti del partito». Forse anche per questa ragione, oltre che per le insistenze che gli vengono da molti, sembra che nelle ultime ore Letta si sia convinto a prendere in mano le redini del Pd. Ma pone delle condizioni: la sua candidatura deve essere unitaria e il suo mandato deve valere fino al 2023.

Le minoranze interne però sembrano ancora guardinghe. Come dimostra la dichiarazione rilasciata ieri dal portavoce di Base riformista Andrea Romano: «Enrico Letta è stato ed è una figura di assoluto prestigio nel mondo democratico. Però la nostra discussione sarà a tutto campo, nessun nome è escluso, noi non dobbiamo eleggere un salvatore della patria ma una figura che accompagni il Pd con autorevolezza a un congresso che va fatto il prima possibile. Sarà quello il momento per darsi una linea rinnovata». Così Base riformista, ossia la corrente di minoranza del Pd che ha un terzo del gruppo della Camera e quasi la metà di quello del Senato. Gli ex renziani, tra cui Guerini e Lotti si mettono di traverso.