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Politica

Matteo Renzi non si fida di nessuno, se non dei suoi fedelissimi. Non si tratta di un rumor o di una interpretazione di quanto accade ai piani alti del Nazareno, ma di un dato di fatto. Scorrendo le liste della mozione del segretario uscente in vista delle primarie del Partito Democratico del prossimo 30 aprile balza subito all'occhio come il cosiddetto 'giglio magico' l'abbia fatta da padrone assoluto.

Il 66% dei posti in lista per entrare nell'Assemblea Nazionale, ovviamente tra i candidati che sostengono Renzi, è formato da fedelissimi dell'ex presidente del Consiglio. A Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e leader di Area Dem a cui fanno riferimento moltissimi senatori e deputati dem, è andato soltanto il 14%.

Le briciole, 10% a testa, per il ministro Maurizio Martina (che in teoria forma il ticket assieme a Renzi) e per Matteo Orfini, ex co-leader dei Giovani Turchi prima della rottura con Andrea Orlando. La lettura che viene data nel Pd è che Renzi vuole il controllo totale dell'Assemblea ed essendo sicuro di vincere le primarie con il 70% dei voti punto a rendere ininfluenti i voti delle correnti che lo sostengono ma che non fanno parte del 'giglio magico' (Franceschini, Martina e Orfini).

L'impressione sempre più forte è che Renzi non abbia abbandonato l'idea delle elezioni politiche anticipate subito dopo l'estate e che, se davvero dovesse trionfare alle primarie, cercherà subito l'"incidente" a Palazzo Madama per far cadere Gentiloni e chiedere al Capo dello Stato di sciogliere le Camere. Ecco perché il Pd pare aver mollato il Mattarellum e sta trattando con Forza Italia per trovare un'intesa sulla modifica della legge elettorale.

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