Politica

Pd Roma nella bufera: i Pro Vita alla Festa dell'Unità indignano la base

Marco Zonetti

Il dirigente Aurelio Mancuso: "Offerto spazio a schifose menzogne sulle inesistenti teorie gender e sull'eutanasia"

Bufera sul Pd romano. Il dirigente dem Aurelio Mancuso, piuttosto rispettato e di riconosciuta autorevolezza, denuncia su facebook con toni indignati, raccogliendo attorno a sé la solidarietà di molti militanti, l'iniziativa del segretario del Partito Democratico romano Andrea Casu d'invitare sul palco della Festa dell'Unità (con scarsissimi risultati in termini di pubblico, va aggiunto) l'associazione Pro Vita, nota per le sue posizioni estreme sull'omosessualità, sul gender e, per l'appunto, sull'eutanasia. Sul suo profilo facebook, Mancuso sottolinea con piglio accorato che l'associazione Pro Vita parla degli omosessuali come "razza innaturale" "che ha problemi di salute e deve curarsi".

Altri simpatizzanti Pd sottolineano la misera riuscita dell'evento ("comizio fatto alle sedie" scrive M di Mila), mentre il giovane dirigente Giuseppe Morelli ricorda che "Pro Vita è quell'associazione che ha inventato le battaglie contro il gender e che si batte per il non riconoscimento delle coppie omosessuali. E' inconcepibile che possano parlare alla Festa dell'Unità". Simone Barbieri, dal canto suo, esige spiegazioni e le scuse doverose da parte del segretario romano Andrea Casu. La Delegata dell'assemblea Pd di Roma Carla Di Veroli, dal canto suo, commenta: "Sono esterrefatta e molto molto arrabbiata. Doveroso chiedere e ottenere spiegazioni. Non si invochi la libertà di pensiero e di parola. Come se io avessi invitato un nazista negazionista a una iniziativa per il Giorno della Memoria. Questo non è solo un problema politico ma identitario su cui credo che molte e molti di noi non passeranno e oltre e non volgeranno lo sguardo altrove.

In aiuto del segretario compare quindi il dem Cristiano Davoli, che "scagiona" Andrea Casu assumendosi la responsabilità dell'organizzazione dell'evento con Pro Vita. Il problema è che, come scopre  nell'infuriare delle polemiche Alessandro D'Amato direttore di Nextquotidiano, il Davoli è anche capo ufficio stampa dell'associazione Pro Vita.

In soldoni, il responsabile dell'invito del Pd all'associazione Pro Vita è anche collaboratore di quest'ultima. Dopo la clamorosa scoperta, i toni si alzano e Aurelio Mancuso torna alla carica coinvolgendo direttamente il segretario Andrea Casu, che non poteva non sapere (e ancor più grave se non sapeva), e accusando il Davoli di aver deliberatamente "permesso che la tradizione di Sinistra fosse insozzata con la presenza di due figuri che ogni giorno spargono odio e volontà di esclusione".

Il dirigente Mancuso, dopo aver raccolto il plauso di moltissimi simpatizzanti, elettori e militanti del Pd, dichiara  personalmente chiusa la vicenda, ma la ferita inferta in casa del partito democratico non si rimarginerà facilmente. Considerando anche che il portavoce di Pro Vita Alessandro Fiore è figlio di Roberto Fiore leader di Forza Nuova, si può capire quanto la decisione del segretario Andrea Casu e del suo collaboratore Cristiano Davoli possa essere malvista in casa Pd, nonché stridente e offensiva nei confronti dei tanti esponenti LGBT legati al Partito Democratico che combattono da anni contro la propaganda negativa delle associazioni come quelle di cui sopra.