Politica
Pd, schiaffo di Prodi ai candidati segretario: "Solo nomi e nessun programma"
Romano Prodi sul governo: "Deficit al 2,4%? Una provocazione. Ma attenti ai mercati"
L'ex premier Romano Prodi ancora non sa se votera' alle primarie del Pd. Il perche' lo spiega a Lucia Annunciata, a '1/2 in piu'' : "Al momento si sanno i nomi ma non i programmi - spiega - cerco di riflettere sulla politica ma non saprei descrivere la differenza di partito e del programma che vogliono i diversi candidati che si sono presentati. E questo per me e' un problema gravissimo". E ragiona: "Uno si presenta per una qualsiasi carica, anche per presidente di una polisportiva, dicendo che cosa vuole fare: io aspetto questo e poi prendo la decisione. Il problema e' la politica, non e' il giocare alla personalita' - osserva allora - bisogna dire quello che uno vuole, che Paese e che partito ha in testa per il futuro. Questo e' quello che la politica deve decidere. E allora attendo che finalmente si comincino a definire, anche tra i candidati del Partito democratico, le differenze e le similitudini che ci sono tra di loro. Che non sono di personalita', ma di contenuto".
Quanto all'Italia e al gverno, Prodi ha le idee più chiare. Con il "buon senso" lo scontro tra Roma e Bruxelles sulla manovra puo' ancora evitare di naufragare "contro gli scogli", spiega. "Fino alle elezioni europee comunque - continua - nessuna decisione di carattere definitivo sara' presa. Ma intanto l'economia ne risente".
Per risollevare l'Italia servono "saggezza e buon senso" e non "un'esasperazione continua", sottolinea l'ex premier, commentando il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles sulla legge di bilancio. "Il vero protagonista dei prossimi mesi sara' il mercato - oserva Prodi - ne' l'Europa ne' l'Italia hanno interesse adesso di arrivare a uno scontro definitivo" parlando dell'opportunita' di scavallare le lezioni europee. "Ogni giorno pero' - sottolinea il Professore - lo spread va su e va giu', gli investitori esteri diventano sempre piu' diffidenti e il denaro se ne va all'estero. Per evitare che questo processo diventi irreversibile "servirebbero serenita' e saggezza".
Non scendere a patti con la Ue arrivando a un rapporto deficit/Pil al 2% ma insistere con il 2,4% "e' stata una provocazione" da parte del Governo italiano, aggiunge dicendosi convinto che "il 2% sarebbe andato bene anche all'Italia".
Per trovare l'accordo con Bruxelles sulla manovra, "servono meno insulti e piu' prevedibilita'", raccomnda. E anche "saggezza, che vuol dire coerenza e un messaggio che viene capito, rapporti umani normali. Invece oggi c'e' sempre qualche dichiarazione, qualche insulto. E' un situazione di barbarita', ogni giorno ci sorprende qualche dichiarazione".
"Gli scogli si possono superare - ragiona l'ex presidente della Commissione Ue - ma non e' possibile una radicalizzazione continua per ogni episodio: bisogna stare alla scrivania per lavorare e fare i conti, non e' con la esasperazione continua che si risolvono i problemi del Paese". E ancora: "Gli insulti non sono tollerabili in politica. Serve coerenza, la politica deve dare un messaggio che viene capito, questa e' la saggezza".