Politica
Pd, Zingaretti: "Avanti con Conte. No salti nel buio e governi tecnici"
Presa di distanze dal premier sui fatti di Washington
"Alla vigilia del percorso del Recovery fund, che per l'Italia vuole dire ricostruire speranza, tutto però è tornato a oscillare pericolosamente, con fibrillazioni che rischiano di mandare in frantumi il lavoro di un anno. Dentro una pandemia tragica, provocare elezioni anticipate sarebbe un errore imperdonabile". Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti, aprendo i lavori della Direzione nazionale, che si è chiusa dopo la relazione del segretario e verrà riconvocata appena ci saranno novità sulla situazione politica in atto. "Ritengo giusto condividere tra noi la scelta in un passaggio fondamentale per il futuro non solo del governo che sosteniamo con la massima lealtà, ma del Paese alle prese con un'emergenza sanitaria, economica e sociale che non tollera rinvii" afferma Zingaretti, il quale sottolinea come sia "aumentata, oltre il livello di guardia, la conflittualità dentro la maggioranza" e fa "appello alla responsabilità, che non è immobilismo o subalternità, ma protagonismo e sforzo unitario per risolvere i problemi. Abbiamo davanti un'occasione storica per Italia. Torniamo a dare la priorità al bene comune dell'Italia. Non è il tempo delle barricate, ma - come ha indicato il presidente Mattarella - quello dei costruttori, della collaborazione e della coesione, per indicare e costruire la strada per un futuro migliore da lasciare alle generazioni che verranno".
Il leader del Pd, inoltre, esclude anche la possibilità di maggioranze alternative: "Qualcuno in questi mesi sbagliando di grosso ha chiamato questa strategia, subalternità. Io la chiamo: 'buona politica riformista'. Che anteponendo gli interessi del Paese cambia la realtà in meglio. Quale altra strada c'è rispetto a questa? Un altro governo, confuso, trasformista, trasversale, tecnico? Nulla di buono tutto ciò porterebbe all'Italia. Oppure proclamare il nostro fallimento per aprire le porte ad improbabili ritorni della destra nazionalista, in totale contro tendenza con gli orientamenti che si stanno rafforzando in tutta l'Europa? O ancora, alla fine accettare le elezioni anticipate in questa condizione così precaria da tutti i punti di vista dentro la quale siamo immersi? Ci capirebbe il popolo italiano? Non sarebbe un rischio da evitare? Ripeto: alla fine tornare al popolo è sempre un'ultima istanza democratica. Ma in questo momento davvero occorrerebbe fare altro". Secondo Zingarettisul Recovery "ora è il momento di decidere e procedere. Si adotti il testo nel Consiglio dei Ministri e si avvii il percorso parlamentare così da coinvolgere il Paese sulle scelte fondamentali per i prossimi anni", perché "sarebbe davvero incredibile e privo di senso, dopo aver vinto una battaglia storica in Europa e avere ottenuto il risultato di centinaia di miliardi, riconoscere che questa maggioranza non è in grado di dettare le linee di indirizzo per impegnare quelle risorse". "Si vada quindi avanti sul confronto sul Recovery - aggiunge - Non vedo ostacoli insormontabili che impediscano l'arrivo a un progetto serio, condiviso e coraggioso. Nelle prossime ore si faccia un passo in avanti".
"In questi mesi rispetto all'angoscia e alle paure degli italiani siamo stati un punto di riferimento - rivendica il segretario - Se ci siamo riusciti è proprio perché il nostro assillo si è sempre rivolto alla necessità di porre in cima a tutto l'interesse del Paese. Questo obiettivo non si raggiunge con la pigrizia nell'azione di governo - quella pigrizia che con la nostra delegazione e il lavoro dei gruppi parlamentari noi abbiamo sempre combattuto - ma non si raggiunge neppure con un avventurismo distruttivo che non vede e non porta lontano". Zingaretti chiede "una predisposizione di tutti all'ascolto, e il rispetto di ognuno rispetto agli altri componenti della maggioranza che sostiene il governo. Sono fiducioso. Ma anche consapevole della delicatezza di questo passaggio. Non servono davvero richieste ultimative, prepotenze o imposizioni, pretese unilaterali che impediscono un'autentica collaborazione per raggiungere insieme il risultato di un rafforzamento e di una ripartenza del governo che in questi mesi ha retto bene e con molta dignità le sorti della nazione. Ognuno deve saper rinunciare a qualcosa di suo e misurare i propri convincimenti e le proprie proposte con i convincimenti e le proposte degli altri. Un programma di coalizione, d'altra parte, si costruisce così. Ottenendo dove è possibile e continuando a discutere dove ancora è difficile raggiungere una sintesi". E chiede al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di prendere "un'iniziativa per arrivare a una proposta di patto di legislatura, un'esigenza che con tutti gli alleati di governo abbiamo condiviso come necessità per dare nuovo slancio al governo".