Economia

Il lusso non è più sfrenato, battuta d'arresto per i grandi brand. Da Lvmh a Hermès: che cosa c'è dietro la crisi

di Redazione

Lusso in crisi, ecco tutti i fattori dietro questa fase di "difficoltà"

Il lusso non è più sfrenato, battuta d'arresto per i grandi brand. Da Lvmh a Hermès: che cosa c'è dietro la crisi 

Il settore del lusso sta attraversando una fase di difficoltà, spesso definita- come sottolinea l'Agi nella sua analisi- "stanchezza da lusso", dovuta a diversi fattori economici e geopolitici. In particolare, il rallentamento del mercato cinese, che rappresenta una fetta significativa delle vendite globali, sta avendo un impatto notevole. La Cina, infatti, è il principale consumatore di beni di lusso, ma la crisi del mercato immobiliare e l’elevato tasso di disoccupazione giovanile hanno contribuito a ridurre la spesa dei consumatori, già preoccupati per le prospettive economiche del Paese.

Tuttavia, la situazione in Cina non è l'unico fattore che sta frenando il settore. Frederic Grangie, responsabile della divisione orologi e gioielli di Chanel, ha evidenziato che oltre alla contrazione dei consumi in Asia, esiste una preoccupazione più profonda che riguarda i mercati maturi, dove i consumatori sembrano interrogarsi sul vero significato e valore del lusso, dopo anni di crescita continua. Questo cambiamento di mentalità potrebbe essere alla base di una crisi più lunga e difficile da superare.

I dati finanziari dei principali gruppi del lusso confermano il rallentamento. Kering, il conglomerato che include Gucci, prevede per il 2024 un utile operativo dimezzato rispetto all’anno precedente, principalmente a causa di un calo delle vendite del 25% nel terzo trimestre. Gucci, infatti, rappresenta quasi la metà del fatturato e i due terzi dell'utile operativo del gruppo. Anche LVMH, il gigante mondiale che possiede brand come Louis Vuitton, Dior e Fendi, ha registrato un inaspettato calo del 3% nel fatturato, con una flessione del 5% nelle vendite della sua divisione di moda e pelletteria, considerata un indicatore per l’intero settore. Questa è la prima volta dal 2020 che la divisione non cresce. Sebbene il mercato cinese sia una delle principali cause, anche il rafforzamento dello yen in Giappone ha influenzato negativamente le performance del gruppo.

In controtendenza rispetto a questo scenario, Hermès ha registrato un aumento delle vendite dell’11,3% nel terzo trimestre, raggiungendo 3,7 miliardi di euro. La casa francese ha saputo resistere meglio al rallentamento rispetto ai suoi concorrenti, grazie a un target di consumatori molto esclusivi e a un modello di business solido, che le permette di mantenere margini elevati e una visibilità stabile sulle sue performance finanziarie.

Le previsioni per il futuro prossimo non sono del tutto ottimistiche, ma non mancano segnali di recupero. L’Osservatorio Altagamma stima che nel 2024 il mercato dei beni di lusso personali registrerà un giro d'affari di circa 363 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 369 miliardi del 2023. Gli analisti avvertono che l’attuale contesto geopolitico ed economico, caratterizzato da inflazione, conflitti internazionali e un calo della fiducia dei consumatori, sta influenzando tutti i mercati, con una netta polarizzazione nei consumi. I consumatori più ricchi continuano a spendere in modo consistente per beni di lusso di altissimo livello, mentre quelli più giovani e con redditi più bassi sembrano meno inclini ad acquistare articoli di lusso aspirazionale. Nonostante le difficoltà, Altagamma prevede per il 2025 una ripresa moderata, con un incremento della marginalità delle imprese di circa il 3%.In definitiva, nonostante i segnali di affaticamento, il lusso continua a mantenere un fascino intramontabile. I consumatori più facoltosi restano fedeli ai marchi di alta gamma, e il settore sembra destinato a una ripresa, seppur lenta, nei prossimi anni.

 

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