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Pensioni, rivalutazione 2023. Chi guadagna e chi perde 100€ al mese - GUIDA
L’adeguamento all’inflazione è stato tagliato per gli assegni sopra i 2.100 euro lordi mensili
Qual è l'impatto sui pensionati
Chi prende fino a 2.102 euro di pensione lorda al mese non deve preoccuparsi: non cambia nulla. Il prossimo anno recupera tutta l'inflazione del 2022 fissata dal governo con un decreto del ministero dell'Economia e pari al 7,3%. Questo significa che per una pensione di 1.000 euro lordi l'aumento è di 73 euro al mese e 949 euro in un anno (sempre lordi). Per una pensione di 2.000 euro l'aumento è di 110 euro al mese e di 1.430 euro in un anno. Una boccata di ossigeno. Poi a fine 2023 ci sarà un conguaglio, perché il 7,3% è più basso dell'inflazione media che si avrà nel 2022.
Ma cosa succede sopra i 2.102 euro, per le pensioni superiori a 4 volte il minimo? Le meno favorevoli fasce del governo Meloni rispetto agli scaglioni del governo Draghi comportano una perdita secca, ovvero una minore rivalutazione all'inflazione. Gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo recuperano il 5,6% anziché il 7,3% di inflazione. Tra 5 e 6 volte il minimo: il 4%. Tra 6 e 8 volte il minimo: il 3,65%. Tra 8 e 10 volte il minimo: il 2,92%. Oltre 10 volte il minimo: il 2,6%, praticamente il 64% in meno dell'adeguamento al caro vita complessivo.
Ecco che una pensione media di 2.500 euro lordi al mese perde 40 euro al mese e 516 euro all'anno (sempre lordi). Un assegno di 3.000 euro lordi perde 88 euro al mese e 1.146 euro all'anno. Chi prende 3.500 euro lordi di pensione al mese deve rinunciare a 108 euro al mese e 1.409 euro all'anno. I pensionati con 4.000 euro lordi di pensione mensile vedranno 118 euro in meno nel cedolino al mese, per un totale di 1.529 euro all'anno. Va peggio a chi prende 5.500 euro lordi di pensione al mese perché si trova nell'ultima fascia Meloni, quella più penalizzata: deve rinunciare a 206 euro al mese, ovvero a 2.673 euro all'anno. Ma certo può comunque godere di un assegno molto alto.