Politica
L'Italia sospende i visti d'oro per i cittadini russi dopo un anno di ritardo
La Commissione europea aveva raccomandato di farlo subito dopo l’invasione dell’Ucraina. Così, nell’anno delle sanzioni, i russi sono stati i più "premiati"
Eppure la Commissione europea aveva espresso profonda preoccupazione già a fine marzo dello scorso anno, cioè un mese dopo l’inizio della guerra, attraverso una raccomandazione che riservava parole durissime ai “Programmi di soggiorno per investitori nell’Unione europea” e a quei dorati “residence schemes” che permettevano, anche a colpo di “riciclaggio, evasione fiscale e corruzione”, di muoversi indisturbati nell’area Schengen.
Programmi del genere, scrisse la Commissione, “possono aver comportato e possono ancora comportare un accesso privilegiato al territorio e al mercato interno dell’Unione Europea e alla circolazione nell’area Schengen di cittadini russi o bielorussi che sono o diventeranno soggetti alle sanzioni dell’Ue” per via dei loro rapporti con il governo di Mosca o con quello di Minsk. Ecco perché, data la difficoltà di svolgere adeguati controlli di sicurezza e un’approfondita due diligence, la Commissione aveva invitato i Paesi membri, Italia inclusa, a sospendere immediatamente quei programmi per russi e bielorussi, “senza pregiudicare” naturalmente la possibilità che facessero ingresso nell’Ue cittadini russi e bielorussi mossi da “ragioni umanitarie o di protezione internazionale”. Peccato che non sia andata affatto così.