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"Pil in frenata e riforme al palo". Bonomi all'attacco del governo

di redazione politica

Il leader di Confindustria dall'incontro promosso a Ustica attacca il centrodestra: “Il governo faccia i compiti a casa, la crescita è a rischio”

Sul deterrente per l’avanzamento del salario minimo – cioè che non ci siano le risorse economiche per allinearsi a un provvedimento simile – il presidente di Confindustria obietta: “C'è una spesa pubblica di 1.100 miliardi di euro, 14-16 mld si trovano. La riconfigurazione della spesa pubblica si può fare".

Ecco come, secondo il leader Bonomi: “Bisogna intervenire sulle famiglie sotto i 35 mila euro di reddito, con l'inflazione il loro potere d'acquisto è diminuito. Abbiamo chiesto un intervento choc da 16 miliardi, vorrebbe dire mettere in tasca a queste persone 1.200 euro all'anno in modo strutturale col taglio dei contributi al cuneo fiscale”. Secondo punto non prorogabile secondo Bonomi è: “L’intervento per stimolare gli investimenti pubblici e privati. Per questo c'è il Pnrr, da utilizzare bene.

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Pil, Bonomi: “Il governo faccia i compiti a casa, la crescita è a rischio”

Non c’è altro tempo da perdere secondo Carlo Bonomi, perché la crescita sta rallentando: "Oggi siamo messi abbastanza bene: lo avevamo detto alla fine dell'anno scorso che avremmo avuto un Pil oltre l'1% e molto probabilmente i numeri saranno quelli però la crescita sta rallentando e per questo abbiamo chiesto una politica per i bassi redditi e a sostegno agli investimenti. Nei primi quattro mesi la produzione industriale è diminuita, il commercio internazionale sta rallentando. Abbiamo una serie di indicatori che ci dicono che stiamo rallentando: se interveniamo subito ritengo che continueremo a crescere, se facciamo subito le cose che devono essere fatte, se facciamo i compiti a casa, altrimenti mettiamo a rischio questa crescita".

Questa la posizione espressa dal presidente di Confindustria, che riguardo al Pil aggiunge: "l'industria italiana ha dimostrato di essere forte, perché ha fatto i compiti a casa". "Noi imprenditori - ha precisato - abbiamo prese tre grandi sberle - le crisi del 2008, 2010 e 2011 - abbiamo patrimonializzato le nostre imprese che oggi lo sono  come quelle tedesche, abbiamo investito in ricerca e innovazione e siamo andati sui mercati internazionali. Da qui nasce il grande rimbalzo dopo la crisi pandemica, non per grazia divina. Gli imprenditori italiani hanno fatto i compiti a casa e li hanno fatti bene. Quando l'economia è ripartita noi eravamo pronti” così ha concluso il suo intervento il leader di Confindustria.