Politica
PNRR, segreti, trame e lobby. Anche i faccendieri studiano il Piano
Quali progetti reali sono finanziabili? Perché in Italia non si fa economia senza soldi pubblici. Gli appalti...
Ci si prepara a sedersi alla “mensa” del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, 191,5 miliardi di fondi Ue più altri 30,6 del Fondo Complementare previsto da Palazzo Chigi, che determineranno come si evolverà l’economia e la società italiana nei prossimi anni. “Uno snodo epocale di cui bisognerebbe conoscere anche le viscere”, dice un senatore 5 Stelle, “eppure non è e non sarà così. E’ un mistero come spiegheremo questa storia dei subappalti senza alcun limite e controllo delle aziende a monte!”.
Da giorni imprenditori, manager, legali ma anche faccendieri e lobby di ogni tipo si stanno lambiccando per scoprirne ogni rivolo, segreto, anfratto del PNRR, al fine di capire come poi nei territori si concretizzeranno i concetti teorici contenuti: quali progetti reali sono finanziabili e quali no, in quali settori, che tipo di sinergie bisognerà mettere in moto per farsi ascoltare e sostenere.
Il tutto ancor di più a fronte dell’ultimo testo approvato dal Consiglio dei ministri il 28 maggio scorso, 68 articoli che rendono più espliciti il funzionamento della governance, la Cabina di regia e i poteri sostitutivi, cioè chi decide cosa, come, perché e con quali tempi. Non si fa economia ad alti livelli in Italia senza i soldi pubblici e con il PNRR ne arriveranno tanti. Questi soldi benché vada finiremo di ripagarli alla Ue nel 2058 ma questa è un'altra storia.
“Erano anni che non vedevo un andirivieni così tra via del Vicario e Montecitorio, Palazzo Chigi è a un minuto, e nonostante il Covid”, ride un deputato della maggioranza di lunga lena che conosce bene i riti della Roma del potere. “Comunque non è solo una questione romana ma nugoli di faccendieri di ogni razza ma anche manager di ogni livello stanno studiando e cercando di capire come e quali progetti si potranno presentare per farseli finanziare. Sembriamo tutti scolaretti (ride ancora, ndr), anche io me lo studiando. Comunque la chiave per capire come funzionerà è un passaggio del testo approvato il 28 maggio”. Il parlamentare fa cadere la nostra attenzione dove si scrive “in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province o dei Comuni degli obblighi e impegni finalizzati all’attuazione del PNRR, il Presidente del Consiglio dei Ministri, nel caso in cui sia a rischio il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali del PNRR e su proposta della Cabina di regia o del Ministro competente, assegna al soggetto attuatore interessato un termine non superiore a 30 giorni per provvedere”. “E’ chiaro che è tutto accentrato”, spiega, “si fa sul serio e chi ha progetti congrui verrà finanziato”,
Nel testo approvato il 28 maggio si pone al centro di tutto una Cabina di regia, composta da Mario Draghi e dai ministri che di volta in volta sono competenti per definire le misure ma vi potranno partecipare anche i governatori di Regione e i referenti economici. Poi c’è una Segreteria tecnica, che assiste la Cabina di regia nell’attuazione del Piano e che durerà più dell’attuale governo. E un Tavolo consultivo che coinvolge tutti gli enti locali e le rappresentanze della società civile.
“Fuffa”, sogghigna il deputato, “quello che conta è la Cabina di regia e il modo per arrivarci, diciamo così o di interessare il ministero dell’Economia (che si occuperà delle rendicontazioni, ndr) e poi c’è questa novità: l’eliminazione del limite al subappalto. Tutto si concentra sui controlli che in Italia sappiamo già come funzionano (ride).” Il riferimento del parlamentare è al limite di quanto dell’opera si possa subappaltare a terzi. Il contraente principale e il subappaltatore sono responsabili in solido nei confronti della stazione appaltante. Prima era del 30%, col Decreto Semplificazioni è diventato del 40%, fino al 31 ottobre 2021 sarà del 50%, dal giorno dopo non ci sarà più nessun limite. Ma è un falso problema. “Il problema vero non è il subappalto”, racconta l’ingegner S (che vuole restare anonimo per motivi comprensibili) esperto di medie e grandi opera italiane, “ma le attestazioni delle imprese in tanti casi finte. Il rischio, quello solito, è trovare delle imprese senza un parco macchine, senza operai, senza neanche un trapano che vincono però gli appalti grazie ad attestazioni fittizie e agli amici degli amici, poi li subappaltano ad altri che neanche loro hanno niente e che poi li girano ad altri ancora...”. “Appunto basterebbe fare i controlli a monte di queste aziende che hanno attestazioni che non esistono”, spiega contrariato il deputato, “ma sappiamo bene come funzionano nel nostro Paese”.
Le risorse definitive del PNRR più il Fondo complementare sono spacchettate in 6 grandi mission:
1) 49,86 miliardi di euro sono dedicati alla Digitalizzazione che contempla tra le azioni principali l’estensione della Banda Ultra larga e connessioni veloci in tutto il Paese, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e il rilancio del turismo;
2) 69,94 miliardi andranno alla Transizione verde, per investire in economia circolare e gestione dei rifiuti, energie rinnovabili, incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica degli edifici ed investimenti per ridurre i rischi del dissesto idrogeologico;
3) 31,46 miliardi alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibile e integrata;
4) 33,81 miliardi a Istruzione e Ricerca con il fine di rafforzare il sistema educativo, il passaggio da educazione ad impresa, le competenze digitali, la ricerca e il trasferimento tecnologico;
5) 29,83 miliardi all’Inclusione sociale, a interventi sulla famiglia e sulle politiche del lavoro;
6) 20,23 miliardi alla Salute, dalla costruzione delle reti territoriali all’innovazione.
“Sembrano tanti ma sono ben poca cosa se capiamo cosa scriviamo nel Piano e cosa serve al Paese”, rammenta il deputato di maggioranza.
E’ nei dettagli che si insinua il diavolo, dice il detto. Ciò che è finanziabile e cosa non lo è lo si comprende dai dettagli. Anche una grande e importante iniziativa come sembra il testo del PNRR del governo Draghi si distingue dai dettagli. Vedremo nelle prossime puntate quali sono, settore per settore.
...fine prima parte