Quirinale, asse Pd-Macron spinge Gentiloni. Ma non ha i numeri. E' rebus - Affaritaliani.it

Politica

Quirinale, asse Pd-Macron spinge Gentiloni. Ma non ha i numeri. E' rebus

Di Alberto Maggi

Quirinale, Letta (non tutto il Pd) spera ancora nel Mattarella bis

Quirinale, verso lo scontro Gentiloni-Berlusconi. Poi resta solo Draghi. Inside

 

Si ingarbuglia il dossier Quirinale. Su questo i partiti non hanno dubbi e infatti in molti leggono quell'invito di Enrico Letta a parlare dell'elezione del Capo dello Stato solo dopo l'ok alla manovra proprio come la plastica dimostrazione che non c'è alcun accordo sul Colle. Il Partito Democratico, o almeno la parte che fa riferimento al segretario Enrico Letta e la sinistra di Peppe Provenzano e Goffredo Bettini, spera ancora in un ripensamento di Sergio Mattarella e continua a non escludere il bis del Presidente uscente, che sarebbe ovviamente la soluzione più indolore e che lascerebbe tranquille le forze politiche con Mario Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023.

Ma una fetta del Pd, Base Riformista che sta per far nascere la nuova corrente allargata dei Riformisti con Graziano Delrio e gli amministratori locali di peso con Stefano Bonaccini e Dario Nardella, ha pochissime speranze che Mattarella riveda la sua decisione e si sta già muovendo su altri scenari. La prima scelta dei Dem - in questo caso uniti - è quella del commissario europeo Paolo Gentiloni, "naturalmente vogliono uno di loro per continuare a governare altri cinque anni senza vincere le elezioni", ironizza un parlamentare di Fratelli d'Italia. Dietro l'ipotesi Gentiloni al Quirinale - spiegano fonti qualificate - ci sono anche scenari internazionali e in particolare l'asse privilegiato che proprio il Pd, con Letta che ha vissuto anni a Parigi, ha instaurato con il presidente francese Emmanuel Macron.

Gentiloni Capo dello Stato, in sostanza, rafforzerebbe l'alleanza Roma-Parigi, benedetta dal Pd, e verrebbe anche ben visto a Bruxelles dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Resta il fatto che il Centrosinistra, nonostante il probabile ok del Movimento 5 Stelle a Gentiloni, questa volta non ha i numeri per eleggersi il Capo dello Stato, soprattutto dopo lo spostamento di Matteo Renzi lontano dalla sinistra a seguito delle ultime vicende legate al caso Open.

Il Centrodestra è impegnato nel tentativo di portare Silvio Berlusconi al Colle, arduo ma non impossibile, soprattutto se ci fosse la convergenza di Italia Viva. E diverse fonti azzurre escludono di convergere su Gentiloni. Resta dunque una situazione ingarbugliata. E anche le altre 'carte' - da Paola Severino a Marta Cartabia, da Giuliano Amato a Pierferdinando Casini - al momento vengono definite da diverse fonti di vari partiti "deboli, lontane e divisive". Un eventuale scontro tra due blocchi - Gentiloni contro Berlusconi - porterebbe alla paralisi dalla quale si uscirebbe solo con Draghi Presidente. Anche perché nonostante il Pd lettiano non voglia il premier al Quirinale non può certo permettersi di mettersi contro pregiudicando i rapporti per i prossimi sette anni.

E Draghi al Quirinale, come ha scritto Affaritaliani.it qualche giorno fa, porta con sé la promozione del ministro dell'Economia Daniele Franco a Chigi e, quasi sicuramente, le elezioni politiche a settembre 2022. Primo perché Franco non avrebbe mai la forza di reggere la stesura di una Legge di Bilancio alla vigilia delle elezioni e secondo perché in estate i parlamentari di prima nomina, soprattutto M5S, avranno maturato il diritto al vitalizio e potrebbero quindi accettare lo scioglimento delle Camere senza troppa ansia.