Politica

Quirinale, Draghi piace sempre di più nel M5S. Ma... Casini piano B

Di Alberto Maggi

Quirinale, con Draghi Presidente nodo Viminale per il nuovo governo

Quirinale, incontro tra Enrico Letta e Matteo Renzi


Cresce di ora in ora nel Movimento 5 Stelle il fronte di chi appoggia l'ipotesi del trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. La proposta di eleggere per il dopo Mattarella il presidente del Consiglio, avanzata da Enrico Letta con l'ok di Roberto Speranza e di Articolo 1/LeU, inizia a fare breccia anche tra i pentastellati.

Giuseppe Conte sta superando le prime resistenze, legate più che altro alla tenuta del corpaccione parlamentare grillino che teme il voto, e soprattutto ai pro-Draghi al Colle si sono aggiunti, oltre al titolare della Farnesina Luigi Di Maio, anche il presidente della Camera Roberto Fico, che ieri lo ha detto in modo abbastanza chiaro a Montecitorio, e importanti e ascoltati parlamentari del calibro di Stefano Buffagni, Sergio Battelli e Gianluca Vacca.

E' evidente che SuperMario al Quirinale deve portare con sé anche un accordo sul governo e, come anticipato ieri da Affaritaliani.it, in corsa come premier per un anno fino alle elezioni ci sono il ministro dell'Economia Daniele Franco e quella della Giustizia Marta Cartabia. Escluso il nome di Vittorio Colao, non gradito né a Forza Italia né ai giallo-rossi. Resta il nodo della Lega, che con Riccardo Molinari continua a dire che sarebbe meglio se Draghi restasse a Chigi.

Il problema è che in un governo meno tecnico e più politico, con Franco o Cartabia premier, il leader del Carroccio vorrebbe tornare al Viminale (per arginare soprattutto gli sbarchi di immigrati clandestini in chiave urne 2023) ma Pd e LeU si oppongono categoricamente. Il compromesso sarebbe quello di Antonio Tajani, moderato ma di Centrodestra, ministro dell'Interno.

La Lega però non è convinta di questa soluzione. Una cosa è certa, se è Draghi va eletto subito, già lunedì al primo scrutinio o al massimo martedì. Non si può certo attendere il quarto scrutinio e la maggioranza assoluta (e non più qualificata) di 505, vista la maggioranza bulgara di cui gode oggi l'esecutivo. Se salta Draghi, al momento, l'unico piano B per la presidenza del Consiglio porta il nome di Pierferdinando Casini.

Non a caso stamattina c'è stato a palazzo Giustiniani tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Il numero uno di Italia Viva è il vero sponsor dell'ex presidente della Camera, democristiano che è stato sia nel Centrodestra sia nel Centrosinistra e che non parla da quasi un anno, e la soluzione potrebbe trovare il via libera dei Dem e di buona parte dei 5 Stelle. Casini non fa impazzire Berlusconi, ma fonti azzurri spiegano che non ci sono veti. Il nodo è di nuovo il Carroccio.

Pur considerando l'opzione Casini migliore di Giuliano Amato, a Salvini non piace il sostegno che l'ex leader Udc ha dato per mesi, durante la Fase I della pandemia, al governo Conte II. Ma con il Pd che ha stoppato le ipotesi Casellati o Pera, la scelta sembra proprio tra Draghi e Casini. Tutto dipende se si chiuderà entro domenica o lunedì anche l'intesa sull'esecutivo.

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