Politica
Quirinale, Draghi ha deciso. Ecco che cosa accadrà nel 2022. Premier...
Quirinale, due le ipotesi per Draghi presidente della Repubblica. Inside
Partito Democratico. Renziani di Italia Viva. Lega e Forza Italia. Questa volta le fonti parlamentari dicono sostanzialmente la stessa cosa. Mario Draghi, negli ultimi giorni, avrebbe lasciato intendere a diversi interlocutori politici (di governo e non solo) che non sarebbe affatto contrario all'ipotesi di diventare il prossimo presidente della Repubblica. Anzi, il premier - secondo quanto spiegano deputati e senatori della maggioranza - considera il Quirinale come il normale sbocco dopo il suo impegno a Palazzo Chigi per cercare di far uscire l'Italia dalla crisi sanitaria ed economica. Il punto chiave, almeno al momento poi bisognerà vedere la situazione politica in autunno, è capire se Draghi diventerà Capo dello Stato nel 2022 o nel 2023.
La via maestra, secondo i partiti sia del Centrosinistra che del Centrodestra, sarebbe il prolungamento del settennato di Sergio Mattarella con un'elezione al primo scrutinio (praticamente un plebiscito) in modo tale che Draghi possa completare il suo compito di presidente del Consiglio fino al termine della legislatura. E, l'anno dopo, appena eletto il nuovo Parlamento, Mattarella si dimetterebbe immediatamente con l'elezione dell'ex numero uno della Bce al Quirinale. Il problema però che l'attuale inquilino del Colle ha detto chiaramente di essere stanco e che tra otto mesi si riposerà. Resta comunque il fatto che molto parlamentari sono sicuri che di fronte alla richiesta di tutti i partiti, Mattarella non si tirerà indietro.
Ma c'è anche il timore di Draghi che, una volta eletto il nuovo Parlamento, soprattutto se uscisse una chiara maggioranza, i vincitori delle elezioni possano e vogliano rompere questa sorta di patto votando un proprio presidente della Repubblica. Ed ecco che entra in scena la seconda ipotesi: elezione direttamente nel 2022 del premier al Quirinale - visto che tanto dal Pd quanto dalla Lega sono convinti che nessuno avrebbe i numeri nemmeno dal quarto scrutinio - con (soluzione data in forte ascesa nelle ultime ore) Marta Cartabia, attuale ministra della Giustizia ed ex presidente della Corte costituzionale, che diventerebbe capo del governo (lasciando la stessa compagine tranne ovviamente un nuovo Guardasigilli tecnico) fino alla Legge di Bilancio. A quel punto, a gennaio del 2023 ci sarebbe lo scioglimento delle Camere e alle urne si andrebbe a scadenza naturale a marzo, quindi tra meno di due anni.
Scenari che restano al momento sottotraccia e che non emergono sui giornali e nei talk show televisivi, ma che sono sempre più dibattuti nelle conversazioni private di deputati, senatori e membri dell'esecutivo.