Quirinale, Berlusconi si vendica: Salvini e Meloni mai premier - Affaritaliani.it

Politica

Quirinale, Berlusconi si vendica: Salvini e Meloni mai premier

Di Alberto Maggi

Quirinale, le conseguenze: da Forza Italia ok alla riforma della legge elettorale in senso proporzionale

Quirinale, proporzionale ok da Berlusconi. Così Salvini e Meloni non saranno mai premier

 

La vendetta è un piatto che si serve freddo. Vero. Verissimo. Infatti dentro Forza Italia, a partire direttamente da Silvio Berlusconi, stanno già preparando la vendetta contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che in questa disastrosa (per il Centrodestra) partita del Quirinale si sono contraddistinti per un pasticcio dietro l'altro spaccando in modo clamoroso il Centrodestra.

Il partito dell'ex Cavaliere fino all'ultimo vertice di coalizione, che aveva rilanciato una (a questo punto) finta unione, aveva promesso e garantito che avrebbe confermato la legge elettorale con impronta maggioritaria (il Rosatellum) senza cedere a tentazioni proporzionali. In cambia Berlusconi aveva ottenuto il sostegno degli alleati al suo sogno di andare al Quirinale. A questo punto, dopo la rielezione di Sergio Mattarella Capo dello Stato per incapacità dei partiti, fonti qualificate del partito dell'ex Cav spiegano ad Affaritaliani.it che quell'accordo sul no al proporzionale, siglato a Villa Grande, non vale più. Cancellato. Stracciato.

Nelle prossime settimane e nei prossime mesi, comunque prima delle elezioni del 2023, Forza Italia proporrà un tavolo a Pd, Movimento 5 Stelle e centristi renziani una riforma elettorale in senso proporzionale per superare definitivamente il vincolo di coalizione. Un liberi tutti, insomma, che sgancerà gli azzurri da Lega e Fratelli d'Italia. Il risultato? Molto semplice. Con il proporzionale in campo, probabilmente alla tedesca (sbarramento al 5 o 4%), Matteo Salvini e Giorgia Meloni non andranno mai al governo del Paese e soprattutto non diventeranno mai, e poi mai, premier.

Lega e Fratelli d'Italia, sempre che riescano a ritrovare una finta unità dopo la furiosa lite sul Quirinale, potrebbero anche arrivare insieme al 40% (ipotesi al momento lontanissima) ma con il proporzionale serve il 50% più uno dei voti per andare a Palazzo Chigi. Di fatto, la rielezione di Mattarella al Colle pone le basi per la disintegrazione del Centrodestra e per il passaggio di Forza Italia in un'area centrista che, insieme a Renzi e Calenda, potrebbe dopo le prossime elezioni rilanciare Mario Draghi presidente del Consiglio.

 

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