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Rai, Campo Dall'Orto si dimette. Diaconale (Cda): colpa sua e del Pd

Rai, Campo Dall'Orto da Padoan per rimettere il mandato da dg

Antonio Campo Dall'Orto rimette il suo mandato nelle mani del ministro Padoan. La decisione, durante un incontro durato due ore al dicastero di via XX Settembre. Il ministro, attenzione, non può entrare nella gestione diretta della Rai perché lo vietano le sentenze della Corte Costituzionale a tutela del pluralismo. Ma non può neanche ignorare, in quanto azionista, lo stato di paralisi in cui versa Viale Mazzini.

Si attendono dunque le mosse di Padoan che - si legge in un comunicato di Viale Mazzini - "ha preso atto" della volontà di Campo di lasciare. Campo Dall'Orto potrebbe restare al proprio posto ancora per alcuni giorni, così da completare un mini-programma di fine mandato. In particolare è necessario varare il provvedimento che permetterebbe di derogare al tetto dei 240 mila euro annui lordi per il pagamento degli artisti di una ampia serie di programmi. La decisione va presa entro il 2 giugno.

A quel punto, Campo completerebbe i palinsesti 2017-2018, che la Rai presenterà il 28 giugno a Milano e il 4 luglio, a Roma. Quando la Rai avrebbe già un nuovo direttore generale.

Arturo Diaconale, membro del cda della Rai, commenta con Affaritaliani.it le dimissioni di Campo dall'Orto da direttore generrale. "Si tratta di un concorso di colpa. C'è sicuramente il dato politico, ovvero chi lo ha scelto lo ha poi delegittimato, ma c'è anche il fatto che lo stesso il direttore generale ha mostrato di avere una scarsa conoscenza e dimistichezza con l'azienda. Ha dimostrato inoltre di conoscere poco la Rai e di non avere la minima intenzione di dialogare e di confrontarsi con il consiglio di amministrazione".

E ora? Chi al posto di Campo dall'Orto? "Credo che sia necessaria una persona che abbia un'ottima conoscenza della Rai e che non abbia bisogno di sei mesi per acclimatarsi. Serve una figura di garanzia anche perché andiamo incontro ad una fase delicata della vita democratica del Paese, cioè le elezioni", conclude Diaconale.