Rai, distruggere Foa: le manine sul web. Modifiche al suo profilo Wikipedia
Perché vogliono distruggere Marcello Foa. Dopo gli attacchi, modificato profilo Wikipedia del giornalista. Appare come “complottista” e fautore di teorie fake.
Da quando il nuovo governo giallo-verde ha indicato Marcello Foa presidente Rai è partita una feroce campagna mediatica contro l'ex corrispondente de Il Giornale.
L'elezione si realizza con il voto positivo della maggioranza dei due terzi dei componenti la commissione parlamentare di Vigilanza. Servono 26 voti, sui 40 della commissione, e Lega e M5S ne hanno solo 21.
Foa è un giornalista di 54 anni, laureato in Scienze politiche, che si occupa di manipolazione e qualità dell'informazione. Ha lavorato anni a Il Giornale di Indro Montanelli, scrivendo di politica estera e rimanendo alla testata anche dopo l'uscita del padre del giornalismo italiano, diventandone direttore del sito nel 2010. Poi è passato al Corriere del Ticino, dove è diventato Ad del gruppo editoriale.
Ma chi non lo conosce digita il suo nome su google e da oggi trova modificata la pagina Wikipedia a lui dedicata. Wikipedia è nel caso di Foa il primo risultato assoluto di chi fa una ricerca con il suo nome.
A poche ora dalla possibile nomina dell'1 agosto la pagina lo fa apparire come un “complottista” e un fautore di teorie inattendibili. Non c'è modo migliore per distruggere la reputazione di un giornalista. Sulla pagina da poche ore sono apparsi i capitoli “Controversie” che prima della nomina non esisteva, con i sottocapitoli “Complottismo e notizie false” e “Teoria del gender”. (Guarda nella seconda foto in basso la data, 28 luglio, di inserimento)
Foa sarebbe un propagatore di bufale e un assertore di teorie del complotto. In rete gli attacchi alla sua reputazione sono ripetuti. Tanto più dimenticando che Foa con i suoi libri è stato uno dei primi a criticare i governi quali principali artefici di fake news che contano, come nel caso del falso dossier sull'uranio in Iraq che provocò la guerra che conosciamo, con la nascita dell'Isis e le note conseguenze. Ma no.
(Segue...)