Politica

Redditometro, Misiani (Pd): "Figuraccia, centrodestra in stato confusionale"

di Roberto Sudoso

Il senatore Pd Antonio Misiani commenta il dietrofront del Governo sul redditometro: "Caso di autolesionismo più unico che raro". L'intervista

Redditometro, Misiani (Pd): "Figuraccia imbarazzante, centrodestra in stato confusionale"

Caos redditometro. Dopo neanche 24 ore dall’annuncio del nuovo redditometro, la premier Giorgia Meloni ha annunciato con un video sul suo profilo Instagram di averlo sospeso dopo un confronto col viceministro Leo. Ma quali sono i motivi dietro questa sospensione e dietro questo caos nella maggioranza? Affaritaliani.it ne ha parlato con Antonio Misiani, senatore del Pd ed ex viceministro dell’economia e delle finanze. "Un caso di autolesionismo più unico che raro". L'intervista.

Misiani: "Stato confusionale della destra in materia fiscale"

“Quello che è accaduto rappresenta una figuraccia imbarazzante per la maggioranza e per il governo che hanno scatenato una tempesta in un bicchier d’acqua con un autolesionismo più unico che raro”, ha commentato Antonio Misiani. Secondo il senatore questa confusione all’interno della maggioranza “è il sintomo dello stato confusionale della destra in materia fiscale e del fatto che sono prigionieri della loro propaganda”.

Dietro questa scelta, gli intenti del governo sono chiari. “La verità è che la lotta all’evasione non la vogliono fare nemmeno a parole”, ha aggiunto. “Qualunque cosa evochi un rafforzamento dei controlli suscita immediatamente l’orticaria delle forze della destra”.

La situazione complessa dei conti pubblici

Il senatore Misiani non è ottimista riguardo il futuro economico sotto il governo Meloni. “La telenovela del redditometro rappresenta l’antipasto di quello che ci aspetta in autunno”, ha commentato allarmato ad Affaritaliani.it. “La situazione dei conti pubblici è sempre più difficile e i nodi verranno presto al pettine”.

L’ex viceministro parla di quello che dovranno essere le prossime sfide che dovrà sostenere il governo di centrodestra. “Il governo deve trovare 20 miliardi solo per confermare le misure dell’ultima legge di bilancio dal taglio del cuneo fiscale al timido avvio della riforma Irpef”. Il risultato, secondo il senatore, sarà tragico. “Non sanno come farlo e senza un’azione incisiva di recupero dell’evasione questo corto circuito è destinato ad esplodere”, ha dichiarato.

Misiani: "Il vecchio redditometro, strumento residuale che non ha funzionato"

“I numeri pubblicati dal Sole 24 Ore dimostrano quanto in realtà il vecchio redditometro fosse residuale”, ha commentato Misiani. Il numero delle persone coinvolte infatti era veramente irrisorio. “Con poche centinaia di contribuenti interessati e un recupero di risorse risibile. È uno strumento che non ha funzionato”.

Quale sarebbe quindi uno strumento utile da applicare? “Il vero salto di qualità sarebbe un utilizzo incisivo delle banche dati già a disposizione dell’amministrazione, che permetterebbe un’azione mirata e non invasiva di contrasto dell’evasione e una vera semplificazione del rapporto tra lo Stato e i contribuenti”, ha commentato il senatore. Situazioni che però non interessano l’attuale governo secondo l’ex viceministro. “Le polemiche di questi giorni tutte interne alla maggioranza dimostrano che la destra non ha alcuna volontà di imboccare questa strada”.

Il "fallimento" della politica economica del governo Meloni

Misiani ritiene “un fallimento” la politica economica del governo Meloni di questo primo anno e mezzo. “L’economia italiana si sta fermando e il governo non ha la più pallida idea di come rilanciarla”, ha continuato.

Il senatore cita dei documenti ufficiali. “Lo dimostra l’ultimo documento di economia e finanza presentato dal governo. Un def vuoto, solo tendenziale che nulla dice sulle linee guida della prossima manovra di bilancio”. Il bilancio finale del primo anno e mezzo del governo di centrodestra è quindi da bocciare. “È l’evidente dimostrazione che il governo politico guidato dalla Meloni non ha una politica economica”, ha concluso.