Referendum: perdono Cinque Stelle e Pd
La Lega stravince i referendum
L’esito dei referendum in Lombardia e Veneto fa emergere abbastanza chiaramente chi ha vinto e chi ha perso: ha vinto la Lega ed hanno perso i Cinque Stelle e il Pd, seppur con alcuni distinguo che illustrano interessanti dinamiche politiche sottostanti.
Dicevamo dei dati. Luca Zaia in Veneto stravince con il 98% di “sì” e un’affluenza del 57.2% mentre in Lombardia i “sì” sono al 95.5% con affluenza al 38,2% (qui non c’era il quorum).
Luca Zaia, dopo la vittoria, ha già svelato le sue carte e ha chiesto al governo che la sua regione divenga a statuto speciale, modificando l’articolo 116 della Costituzione e Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli Affari regionali si è detto disposto a trattare.
L’Emilia-Romagna, invece, no né passata per il referendum ed ha già intavolato un tavolo con il governo.
Il dato politico di quanto avvenuto è che passa l’idea di maggiore autonomia (anche se l’Emilia-Romagna ha appunto dimostrato che non c’era bisogno del referendum che dà molta visibilità elettorale) e che il governo è disposto a trattare.
Ma chi esce sconfitto da questo esito referendario?
Sicuramente il Movimento Cinque Stelle e il Pd, almeno a livello di partito, cioè di Renzi, e non di governo e cioè di Gentiloni.
È vero che in entrambi gli schieramenti ci sono stati uomini sia del M5S che del Pd che hanno appoggiato il referendum, ma ciò non toglie molto a quanto detto.
Inoltre, l’atteggiamento arrendevole del governo stesso, che è sempre, ricordiamolo, espressione di Renzi fa capire come ci sia un Pd di lotta e un Pd di governo che non è affatto detto che non si parlino, anzi sembra più una strategia per massimizzare i consensi in vista delle elezioni politiche.
Così è probabilmente da leggersi anche il doppio volto mostrato dal Pd sulla questione Visco e sulla Banca d’Italia.
Così e per i Cinque Stelle, che sui referendum non hanno proprio, come si usa dire, toccato palla.
Certamente la questione della Catalogna in Spagna ha dato un bell’aiuto ai leghisti che tramite Zaia e Maroni intascano un risultato importante rafforzandoli anche all’interno della Lega.
Silvio Berlusconi ha intuito il vento ed è saltato all’ultimo minuto sul carro vincente mentre Giorgia Meloni ha, giustamente per il suo elettorato nazionalista, criticato i referendum stessi ed ora risulta avere minor influenza nel centro-destra ma era un costo che aveva preventivato in nome dell’ideologia.