Politica
Referendum, Sì o No: la mappa Regione per Regione. Pessimismo tra i renziani
Referendum 4 dicembre, gli ultimi sentiment dal quartier generale del Pd
Referendum costituzionale del 4 dicembre, ci siamo quasi. Nelle forze politiche si continua a ragionare sull'imminente voto degli italiani (compresi quelli all'estero) scrutando i sondaggi riservati per intuire le ultimissime tendenza. Oggi i sentiment che arrivano dai Palazzi del potere tornano ad essere negativi per il Partito Democratico e per il presidente del Consiglio, dopo la ventata di ottimismo registrata lunedì.
Al Nazareno molti senatori e deputati renziani, della prima e della seconda ora, parlano apertamente di "sfida molto difficile" e di "situazione quasi compromessa". Il timore è che non sia riuscito il tentativo del presidente del Consiglio e di Giorgio Napolitano di spostare il referendum sul merito della riforma. Il voto era, è e sarà - purtroppo per Renzi - sul governo e sull'operato del premier che ha appena superato il traguardo dei 1.000 giorni a Palazzo Chigi. E su questo fronte ci sono poche speranze.
Nei calcoli che vengono fatti nel Pd, ovviamente dietro le quinte e a microfono spento, il Sud e le Isole (specialmente la Sicilia) vengono dati per persi. "Nel Mezzogiorno il No è appare ampiamente avanti", spiega un deputato dem. Non solo. Nelle Regioni rosse - Toscana, Marche, Umbria ed Emilia Romagna - il Sì non sembra così avanti da poter riequilibrare la forza dei contrari alle riforme nelle altre aree del Paese. Anche perché il Nord-Est, specialmente il Veneto di Luca Zaia, si sarebbe ulteriormente spostato verso il No nelle ultime ore.
Sempre stando ai sentiment che circolano nel Pd, al Nord-Ovest la situazione è più aperta ma in Lombardia il No sarebbe davanti e solo in Piemonte (che però ha molti meno abitanti) il Sì potrebbe giocarsela. Le grandi città, infine, sono un incognita. Qualche speranza per i renziani su Milano, pochissime su Napoli e Palermo, cauto ottimismo su Bologna e Firenze, punto interrogativo su Roma.
Anche se nella Capitale l'onda lunga della vittoria di Virgiania Raggi, nonostante tutte le polemiche sulla giunta pentastellata, potrebbe far pendere la bilancia verso il No. Ricapitolando, nel Pd, anche se non si parla di sconfitta sicura, il pessimismo è tornato a fare la voce grosse. E - dicono - solo un'improbabile affluenza superiore al 60% potrebbe ribaltare le sorti quasi già scritte.