Politica

Referendum sondaggi: ecco perché la vittoria del sì non è affatto scontata

Di Alberto Maggi

Referendum sondaggi: ecco perché la partita è ancora aperta. Referendum sondaggi

Referendum sondaggi. Il 20-21 settembre si avvicina e insieme alle elezioni regionali e comunali tutti gli italiani si esprimeranno con il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Gli ultimi sondaggi - Winpoll e Istituto Piepoli - danno il sì avanti attorno al 65%, una percentuale che sembra non lasciare spazi al recupero dei contrari alla riduzione del numero degli eletti. Gli esperti di sondaggi sottolineano però un numero elevato, intorno al 40%, di persone che ancora non hanno deciso se andranno ai seggi e come voteranno.

Il referendum costituzionale non prevede il quorum ed è valido con qualsiasi dato sull'affluenza, questo sicuramente favorisce il sì, anche se i dubbi non mancano. Il voto a favore del taglio dei parlamentari, spiegano i sondaggisti, è spinto dal vento dell'anti-politica e quindi nelle ricerche potrebbe essere sovrastimato.

C'è poi la suddivisione tra i partiti. Se il 100% degli elettori del Movimento 5 Stelle voterà sì, scontato, il Pd è spaccato a metà, con quasi il 50% che si esprime per il no. All'interno di Forza Italia il 60%, dato della scorsa settimana, è per il sì contro il 40 per il no. Ma l'uscita di Silvio Berlusconi nel weekend che ipotizza un voto contrario potrebbe invertire queste percentuali.

Ci sono poi la Lega e Fratelli d'Italia. Attualmente nei sondaggi il 75% circa degli elettori di Matteo Salvini e Giorgia Meloni (che da soli valgono il 40%) è favorevole alla riduzione del numero dei parlamentari, così come annunciato dai due leader dei partiti sovranisti. Ma alcune voci in dissenso stanno uscendo allo scoperto, come i leghisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai, e sono in molti sia nella Lega sia in Fratelli d'Italia che spingono per la libertà di voto e che comunque voteranno no, sia perché considerano la riforma grillina incompleta sia per cercare la spallata al governo Conte.

Tutti questi elementi lasciano pensare che, seppur il sì sia ampiamente favorito, la partita non sia ancora chiusa del tutto. E comunque l'eventuale sconfitta del no non sarebbe certo troppo netta.

REFERENDUM, SALVINI NON BLINDA IL SI' LEGHISTA: 'VOTO SI', QUALCUNO LA PENSA IN MANIERA DIVERSA? NON SIAMO IN CASERMA' - "Votando sì in aula al taglio dei parlamentari, al Referendum, per coerenza, voterò per la quinta volta sì, perché il Parlamento può funzionare anche con meno deputati e senatori. Poi siamo in democrazia, al Referendum fortunatamente ognuno sceglie con la sua testa. Se uno mi chiede se il taglio risolverà i problemi della Puglia, dell'Italia e del mondo rispondo di no, ovviamente. Diciamo che faceva parte di un progetto di riforme che preveda una Repubblica federale , una Repubblica presidenziale, con elezione diretta del Presidente del Consiglio e della Repubblica". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini in un'intervista a TeleNorba, rilanciata oggi sui suoi social. "Il solo taglio dei parlamentari -sottolinea- non risolve il problema ma, a differenza del Pd e di Renzi, che prima votano no poi per salvare la poltrona votano sì, io ho votato sì già quattro volte e voterò sì anche la quinta. Poi, io mi chiamo Matteo Salvini, sono la Lega, ho una faccia, se qualcuno la pensa in maniera diversa.. non siamo una caserma, non metto le dita negli occhi a nessuno però se uno mi chiede qual è la mia posizione, direi proprio che è questa"