Renzi ci riprova. Oggi la Direzione Pd
Renzi riparte dalla Direzione
Renzi oggi si gioca gran parte del suo futuro politico e della ripartenza dopo l’esito negativo del referendum del 5 dicembre sulle riforme costituzionali.
Riparte con un percorso “tecnico” pur ammantato di un involucro “politico”; percorso tecnico che è necessario per scardinare, regolamenti alla mano, le ostilità di chi si oppone da dentro il partito al suo ritorno istituzionale e cioè la minoranza.
Oggi probabilmente annuncerà la volontà delle dimissioni e quindi, automaticamente, si aprirebbe la strada del congresso con primarie per la carica a segretario del Pd.
Tuttavia, le dimissioni vere e proprie, sempre a norma del regolamento, devono essere date in Assemblea nazionale che è poi l’organo da cui dipende la Direzione del partito stesso.
La partita è molto difficile soprattutto perché non deve fare i conti solo con la politica ma anche con i tempi assai contingentati se Renzi vuole votare a giugno con lo scoglio del sistema elettorale.
E qui si apre anche il discorso del rapporto con il governo in carica; oggi si tratta di una “Direzione allargata” al premier Gentiloni e al ministro Padoan segno questo che la questione è anche istituzionale.
I numeri sono ancora dalla parte dell’ex premier che se fosse eletto poi farebbe le liste e quindi godrebbe ancora di un forte potere soprattutto se si votasse con il sistema uscito dalla Consulta che riserva ai segretari la scelta dei capilista bloccati.