Politica

Legge di Stabilità, Renzi sotto attacco tentato dalle elezioni


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


E' ufficiale. Renzi è sotto attacco. Prima i tecnici di Montecitorio, poi le Regioni, poi la Corte dei Conti e perfino la Banca d'Italia. Pezzo per pezzo la Legge di Stabilità viene criticata, smontata, confutata e di fatto bocciata. Non era mai accaduto prima, nemmeno con Berlusconi, che tutti gli enti o i soggetti chiamati a dare un giudizio sulla manovra economica fossero così netti nei giudizi negativi. Senza contare il durissimo commento dei sindacati (Cgil e Fiom in testa) e i dubbi avanzati perfino da Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria sempre al fianco del premier in questi mesi. Non solo. C'è anche l'attacco pesantissimo di Stefano Boeri, presidente dell'Inps, all'esecutivo sulla mancata riforma del sistema previdenziale. Insomma, il premier è davvero sotto assedio. A questo punto o sceglie la via morbida, ovvero quella di modificare anche fortemente la Legge di Stabilità in Parlamento, toccando anche i capisaldi come Imu-Tasi e il tetto al contante, o va allo scontro tentando il tutto contro tutto. Nella seconda delle ipotesi, probabile conoscendo il segretario del Pd, gli scenari che potrebbero aprirsi molteplici e tra questi c'è anche quello delle dimissioni e del ritorno alle urne in tempi brevi per cercare una legittimazione popolare a fronte degli attacchi molteplici nei confronti del principale provvedimento dell'esecutivo. La minoranza Pd e i centristi con il mal di pancia (quello che non vogliono seguire Alfano e i parlamentari di Scelta Civica) potrebbero mettere a serio rischio a Palazzo Madama la manovra e la maggioranza. A quel punto il premier potrebbe rovesciare il tavole e ridare la parola ai cittadini.