Politica
Isis, Renzi si chiama fuori dall'azione militare. Ecco perché
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il presidente francese Francois Hollande ha esortato l'Unione europea e non solo a "formare una coalizione internazionale contro l'Isis". In sostanza, dopo la nascita dell'asse Parigi-Mosca anti-Califfato islamico, il numero uno dell'Eliseo chiede a gran voce il coinvolgimento di altri paesi nei bombardamenti in Siria che Francia e Russia hanno intensificato negli ultimi giorni, dopo gli attentati a Parigi e l'abbattimento dell'aereo russo sul Sinai.
Che cosa farà l'Italia? Matteo Renzi seguirà l'invito di Matteo Salvini a entrare direttamente in guerra? Assolutamente no. Non a caso, il presidente del Consiglio non vuole nemmeno utilizzare la parola "guerra" e intende muoversi con il massimo della cautela. Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it, ha precisato che un impegno diretto del nostro Paese nei raid aerei contro l'Isis in Siria "non è all'ordine del giorno".
Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate dell'esecutivo e del Pd, Renzi intende "tenersi defilato" e "non partecipare direttamente" nell'azione militare contro lo Stato Islamico. Gli aerei italiani, quindi, non verranno utilizzati per bombardamenti diretti né in Iraq né in Siria. "Nervi saldi" continua a ripetere il premier ai suoi più stretti collaboratori e, in pino accordo con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, darà il via libera (al massimo) soltanto a un sostegno logistico alla Francia, e ai suoi eventuali alleati, da parte dell'Italia. Il motivo principale che spinge il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica a non essere in prima linea nell'azione militare contro l'Isis è l'imminente inizio del Giubileo.
A partire dall'8 dicembre, infatti, Roma e l'Italia saranno al centro dell'attenzione del mondo intero con centinaia di migliaia di pellegrini che arriveranno per l'Anno Santo voluto da Papa Francesco. Né il governo né il Vaticano hanno mai preso in considerazione l'idea di annullare o rinviare il Giubileo, ma la preoccupazione dopo le stragi di Parigi è elevatissima. E quindi Renzi e Mattarella non intendono esporre ulteriormente l'Italia e la sua Capitale. E' evidente - spiegano fonti del Pd - che una partecipazione diretta del nostro Paese ai raid aumenterebbe i pericoli di attentati durante i mesi del Giubileo.
Politicamente, sempre secondo le fonti dem contattate da Affaritaliani.it, Renzi ritiene ai base ai sondaggi in suo possesso che la maggioranza dell'opinione pubblica italiana sia contraria ad un impegno diretto delle nostre forze armate contro l'Isis. Stando a Demopolis, il 57% degli italiani dice no a bombardamenti contro lo Stato Islamico. E quindi questa componente e il rischio di una scelta impopolare avrebbe rafforzato la convinzione del premier a mantenere una posizione defilata quasi di disimpegno nonostante le pressioni che arrivano quotidianamente da Hollande e dalle istituzioni francesi.