Politica
Campo largo, Renzi? Meglio di no. Gli italiani: Sangiuliano se ne vada
Il sondaggio di Termometro Politico
Omicidio di Sharon Verzeni, italiani divisi
Torna il sondaggio settimanale di Termometro Politico, incentrato come sempre sulle principali notizie di politica italiana ed estera, sulle intenzioni di voto e sulla fiducia nel premier Giorgia Meloni. Una settimana ricca di avvenimenti, sia per la politica nazionale che quella internazionale.
Il principale evento di politica estera – o, almeno, il più discusso – è quello legato al voto regionale in Turingia e Sassonia, dove l’estrema destra dell’AfD ha ottenuto risultati straordinario. In Sassonia è arrivata in seconda posizione mentre in Turingia ha vinto con ampio margine. In entrambi i casi, il partito di estrema destra ha raccolto oltre il 30% dei consensi. Stupisce anche l’exploit della nuova leader di sinistra Sahra Wagenknecht, considerata molto vicino al Cremlino e con posizioni conservatrici e nazionaliste.
Buona parte del campione (39,2%) crede che ciò sia legato soprattutto alla reazione alle “impopolari politiche progressiste e favorevoli all’immigrazione degli ultimi governi tedeschi”. Per un altro 21,2%, invece, le ragioni vanno ricercate maggiormente nell’economia: “Si tratta della di un voto di protesta dovuto ai forti problemi economici che attraversa la Germania da qualche anno”.
Dall’altra parte, tra chi stempera o minimizza questi riusltati, c’è un buon 27,3% che afferma che si tratti di un voto anti sistema “tipico di questa fase storica analogo a quelli che ci sono già stati in Francia e Italia”.
Infine, l’ 8,3% ritiene che si tratta di un voto locale di regioni da sempre più radicali. Il resto della Germania ha un orientamento diverso”.
Passando alla politica interna e legandoci alla motivazione principale additata dal campione all’exploit di estrema destra ed estrema sinistra in Germania, vediamo cosa ne pensano gli italiani della concessione della cittadinanza. Un tema di cui si è parlato molto di recente per via dell’omicidio di Sharon Verzeni. Va detto che qui c’è una sostanziale spaccatura, tra chi vorrebbe un irrigidimento delle regole (39,9%) e chi, invece, una flessibilizzazione (42,1%).
Tra chi appoggia una maggior restrittività delle regole, c’è un 15,4% che sostiene che l’omicidio di Verzeni da parte di un cittadino di origine straniera “dimostra che dare la cittadinanza non garantisce integrazione e sicurezza”. Per un 23,5%, “la cittadinanza andrebbe concessa sulla base di una valutazione approfondita della persona, non bastano gli anni di presenza o la nascita in Italia”.
Dall’altro lato, la risposta più frequente del set (ma anche l’unica tra le quattro che opta per una flessibilizzazione) afferma che “sono troppi gli italiani di fatto, spesso nati nel nostro Paese, che non hanno la cittadinanza solo per regole obsolete e ingiuste”. A pensarla così è il 42,1% del campione.
Infine, c’è un 17% che ritiene che le regole attuali siano adeguate e si sia giunti già ad un buon compromesso.
Passiamo adesso a un tema che si sta radicando nell’agenda mediatica: quello della possibile coalizione allargata di centrosinistra a Matteo Renzi (Italia Viva). L’ex premier, in concomitanza con la partita del cuore tenutasi qualche settimana fa, ha teso la mano ad Elly Schlein. Mano tesa che, però, ha fatto storcere il naso ai 5 Stelle, storicamente uno dei bersagli favoriti dell’ex segretario dem.
Abbiamo chiesto, allora, se l’ingresso di Matteo Renzi nel campo largo porterà vantaggi alla coalizione o la danneggerà. Qui, la risposta è praticamente unanime: Renzi sarebbe dannoso o ininfluente .
Per quasi la metà del campione, infatti, “tra chi vota sinistra e il M5S Renzi è molto impopolare e il campo largo perderebbe più elettori di quanti ne guadagnerebbe” (49,4%). C’è poi un’altra risposta molto gettonata in sui si accura che “non cambierà gli equilibri più di tanto, Renzi ha ormai pochissimi voti e anche tra gli elettori a lui ostili è piuttosto ignorato (35,5%).
C’è solo un 11,2% che ci vede un effetto benefico da questa alleanza, ritenendo che “la polarizzazione è tale che alla fine pochissimi elettori di centrosinistra o del M5S, pur se anti-renziani, rinunceranno a votare la coalizione”.
Prima di passare alle intenzioni di voto, chiudiamo con quello che è il caso politico della settimana: l’affaire Sangiuliano-Boccia. Il Ministro della Cultura si trova nell’occhio del ciclone e abbiamo chiesto se “il ministro si dovrebbe dimettere se fosse provato che ha pagato direttamente o indirettamente Maria Rosaria Boccia”.
Il parere degli italiani è abbastanza chiaro, con una buona maggioranza che sostiene le dimissioni. Per il 39,5% (risposta più frequente) “avrebbe utilizzato denaro pubblico per favorire una persona senza competenze per motivi privati”. Per un altro 25,8% invece “anche se non c’è nulla di illegale potrebbe essere sotto ricatto ed è giusto che il Governo si tuteli anche a livello di immagine”.
Dall’altro lato tra chi sostiene che Sangiuliano debba poter andare avere avanti, afferma che “non credo ci siano gli estremi, penso che Sangiuliano, piuttosto, debba scusarsi con il Governo e con il Paese per l’imprudenza” (10,2%). Infine, per un 19,5% “si tratta di una vicenda esagerata in modo strumentale, di pettegolezzi senza nessuna rilevanza né giuridica né morale”.
Chiudiamo con le intenzioni di voto aggiornate. Rispetto alla scorsa settimana, si rileva il calo di FdI (-0,1%) e del PD (-0,3%). Stabile il M5S, continua a crescere FI/Noi Moderati (+0,2% e ora al 9,3%). Stabili sia Lega che AVS. Nelle retrovie, Calenda mantiene il 3,1% mentre Renzi e Santoro fanno registrare entrambi un -0,1%. Decimale che viene invece acquisito da +Europa (1,7%) e Libertà (1,0%) di Cateno De Luca.
Infine, la fiducia in Giorgia Meloni. Notevole balzo in avanti per la premier, che vede il valore di chi ha molta fiducia in lei salire dell’1,5% (dal 25,3 al 26,8%). Il dato aggregato di molta+abbastanza fiducia la riporta al di sopra del 40% arrivando a toccare il 40,9%.
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