Politica

Renzi, ok le critiche ma di sicuro non manca di chiarezza

di Pietro Mancini

Vittoria netta del governo, ieri, alla Camera sulla prima fiducia sull'Italicum. Oggi previste altre due votazioni. L'ampiezza dei consensi (solo 38 della minoranza dei democrat non hanno detto sì) sollecita una domanda e una riflessione : era proprio necessaria la forzatura, da non pochi, anche su Affaritaliani.it, considerata una "prova di arroganza", che ha fatto scrivere, martedì, a molti, attori e comparse, una brutta pagina dell'attività del Parlamento ? La riflessione s'impone, in primis, per il premier e leader del primo partito.

Da parte loro, gli avversari, interni al PD ed esterni, devono interrogarsi sulla inconsistenza, oggi, dell'alternativa a Matteo Renzi. "Area riformista"si è spaccata: è stato diffuso un documento di 50 'responsabili' pro-fiducia. Il ministro Franceschini ha invitato gli ex leader del Pd, Epifani, Bersani e Letta, a ripensarci. Forse, alcuni esponenti della minoranza del PD non hanno dimenticato la amara constatazione che, nel 2002, in pieno berlusconismo, fece il regista romano "de sinistra", Nanni Moretti, in un comizio a piazza Navona, indirizzata ai leader dell'epoca dell'Ulivo : "Con questi dirigenti, non vinceremo mai !".

Dopo le tante critiche, alcune condivisibili, altre meno, rivolte al successore del non molto sereno Enrico Letta, al leader di Rignano non può essere, certo, addebitata la mancanza di chiarezza. Ieri ha scritto su "La Stampa" : "Se la legge elettorale non passa, il governo va a casa. Se c’è bisogno di un premier, che faccia melina, io non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore, ne scelgano un altro. Io non sarò della partita".