Politica
Riforma fiscale: chi ci guadagna, quanto e da quando (non tutti sorridono)
Riforma fiscale, si cambia dal 2022
Riforma fiscale in arrivo dal 2022: ecco le principali novità.
Per i redditi da lavoro è prevista la riduzione delle aliquote effettive medie e marginali dell'Irpef incentivando così l'offerta di lavoro, in particolare nelle classi di reddito dove si concentrano i secondi percettori di reddito e i giovani. Ripensamento poi della giungla delle deduzioni-detrazioni fiscali sulla base di una valutazione attenta dell'equità e dell'efficienza. Infine, si prevede il riordino della tassazione del risparmio, facendo attenzione alla necessità di non generare spazi per l'elusione dell'imposta.
In materia di tassazione del reddito d'impresa, il testo - scrive https://www.quotidiano.net/ - intende rendere coerente il futuro sistema con l'approccio duale. Quindi nel processo di attuazione della delega si potrà modificare la struttura delle imposte (aliquote e basi imponibili) a carico delle imprese in modo da allinearla a quella tendenzialmente e gradualmente omogenea prevista per la tassazione di tutti i redditi da capitale. All'interno di questo contesto, in ogni caso gli interventi potranno anche favorire la semplificazione dell'Ires con l'obiettivo di ridurre gli adempimenti a carico delle imprese.
Per quanto riguarda l'Iva, si stabilisce l'obiettivo di razionalizzare l'imposta, con riguardo anche ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le aliquote stesse. Si mira a semplificare la gestione del tributo e a ridurre i livelli di evasione e di erosione dell'imposta.
E' prevista l'introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l'emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l'avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel Catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario.
Il disegno di legge prevede la sostituzione delle addizionali regionali e comunali all'Irpef con delle rispettive sovraimposte. Il nuovo sistema potrà essere disegnato al fine di garantire comunque che nel loro complesso Regioni e Comuni abbiano un gettito equivalente. Si prevede la revisione dell'attuale riparto tra Stato e comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo, al fine, tra l'altro, di rendere l'Imu un'imposta pienamente comunale.