Riforme, no tiepido di Berlusconi. E metà Forza Italia tifa per Renzi
Referendum, ecco perché mezza Forza Italia tifa (dietro le quinte) per il sì
Come è ormai noto il vero appuntamento chiave per la politica italiana è il referendum istituzionale che si terrà tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre. O Renzi vince e annienta le opposizioni (anche quella interna al Pd) o perde e va a casa probabilmente per sempre. Sul fronte del no sono schierati nettamente i 5 Stelle, la Lega di Salvini, Fratelli d'Italia e Sinistra Italiana-Sel. Che cosa fa invece Forza Italia? Ufficialmente il partito di Silvio Berlusconi invita a votare no alle riforme volute dal premier e dalla ministra Maria Elena Boschi. Dietro le quinte, però, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, gli azzurri sono spaccati esattamente a metà. Il 50% di esponenti e parlamentari forzisti - infatti - anche se non possono dirlo pubblicamente fa il tifo per la vittoria del sì e quindi del presidente del Consiglio al referendum costituzionale.
Per quale motivo? Il 'Partito di Mediaset? Il no a un'alleanza egemonizzata da Salvini e dai lepenisti? Tutti elementi ma secondari. Il motivo principale per cui metà Forza Italia non si spenderà più di tanto per far vincere il no alle riforme (e per cui lo stesso Berlusconi in cuor suo non è così netto nel contrastare il governo) è che entro tre mesi lo Stato italiano, attraverso l'Avocatura (e quindi l'esecutivo guidato da Renzi e dal Pd), dovrà dare il proprio pare alla Corte di Giustizia europea sul ricorso presentato dai legali dell'ex Cavaliere contro la retroattività delle Legge Severino.
Un punto fondamentale perché da qui dipende la possibilità o meno per Berlusconi di ricandidarsi alle elezioni e di poter essere rieletto in Parlamento e di ricoprire cariche pubbliche. Ed ecco che mezza Forza Italia fa il tifo per il sì al referendum sperando così che Palazzo Chigi invii a Strasburgo un parere favorevole per Berlusconi. Tra gli azzurri chi certamente è per il no convinto al referendum sono Renato Brunetta, Daniela Santanchè e Giovanni Toti.
Chi invece spinge dietro le quinte per la vittoria di Renzi è soprattutto la parte meno vicina alle posizione della Lega e di Fdi e quindi ad esempio Antonio Tajani (che è lontanissimo dalle posizioni di Salvini anche perché spera di diventare il prossimo presidente del Parlamento Ue con i voti decisivi del Ppe). Ma anche Paolo Romani e Maria Stella Gelmini, formalmente appartenenti al cosidetto polo nordista di Forza Italia, non sarebbero affatto scontenti se il premier e il Pd dovessero vincere la sfida referendaria. Ancora una volta sono i problemi giudiziari dell'ex Cav a condizionare anche se non ufficialmente la politica italiana.