Politica
Riforme per l'Europa, le proposte delle imprese
Confindustria e il peso della diplomazia economica
Dicono che Renzi sia andato dal Presidente francese Macron a riproporre il programma di salvataggio Mare Nostrum. Naturalmente è subito scattata la polemica tutta interna al PD, se Renzi stesse rinnegando il lavoro di Minniti o se stesse semplicemente riposizionandosi nella fase che si è aperta dopo il successo delle primarie Dem che hanno incoronato Zingaretti leader.
Eppure nessuno ha analizzato nel merito se serva oggi offrire alla Francia come all’Europa intera un progetto che, per quanto nobile, è ormai figlio di un’epoca passata.
Verrebbe da dire all’ex Premier democratico che forse dovrebbe tornare realmente ad ascoltare quello che altri provano a costruire nel Paese, anziché limitarsi a tenere in rete i suoi. Già perché i suoi da qualche tempo sono sempre quelli, ma rischiano ancora di apparire sì un gruppo serrato e compatto, fidelizzato pure, tuttavia incapace di allargare, includere e avviare processi politici.
Per esempio Renzi avrebbe potuto frequentare qualche Road show sull’Africa di Confindustria e Four Impact, la Fondazione promossa da Letizia Moratti: Il Presidente Boccia e l’ex Sindaco di Milano hanno voluto fortemente convergere su un progetto capace di favorire l’emancipazione dell’Africa e per promuoverlo hanno girato l'intero stivale stimolando l’adesione delle imprese italiane.
Si tratta di un progetto importante con il quale le imprese acquistano materie prime in Africa a costi europei svolgendo, contemporaneamente, una funzione di tutoring nel promuovere in loco piccole imprese e nel farle crescere in termini di capacità di commercializzazione.
Un biglietto da visita importante con cui l’Italia può presentarsi in Africa perché capace di assecondare fattivamente quel processo di riorganizzazione delle città africane che pian piano finalmente sta prendendo forma grazie ad alcuni governi locali e ad un flusso di investimenti privati europei ed americani, non solo cinesi.
Se di alleanza transnazionale imprese e governi parla ormai ogni giorno il Direttore Maurizio Molinari nei suoi editoriali su La Stampa e se un’area di libero scambio Africa Europa torna ad essere una suggestione europea, va dato atto alla coppia Boccia - Moratti di aver costruito, già da oltre un anno, un modello efficace per entrambi gli obiettivi. Prova ne è la presenza del Premier Conte domani al lancio nazionale del Forum per l’Africa.
Del resto la diplomazia economica esercitata dal Presidente di Confindustria in questi mesi si è fatta sentire tempestivamente come i rintocchi di un orologio: prima confermando l’incontro a Parigi col Medef, la Confindustria francese in piena crisi tra i governi dei due Paesi, poi richiamando il governo italiano alla necessità di implementare accordi con la Cina dentro un quadro europeo, prevedendo reciprocità di mercati e non abdicando ad altri il proprio ruolo primario nello sviluppo del sistema portuale Mediterraneo.
Ma a ben guardare il tentativo del leader degli industriali di costringere le forze politiche di governo e di opposizione ad uscire dalla fase di perenne propaganda per concentrarsi attorno ad un dibattito concreto sui temi dell’economia e della coesione sociale nell’interesse generale del Paese, interviene su diversi punti cruciali: “le parti sociali faranno tutto quello che sta nelle loro possibilità, ma senza la politica non riusciranno”, è l’amara constatazione che Boccia rilascia dal palco di Ubi Banca e Adapt pochi giorni fa a Milano in occasione della presentazione del rapporto sulla consistenza e qualità del welfare aziendale.
E’ chiaro che il Presidente di Confindustria auspichi un salto di qualità nella consapevolezza e nell’azione squisitamente politica di Governo e Parlamento.
La discussione che ci accompagna alle elezioni europee non può essere slegata da quella sui provvedimenti urgenti per contrastare il rallentamento economico e nemmeno può esserlo dalla strategia da avviare per la prossima legge di bilancio; diversamente si rischia di spostare all’autunno il vero terreno di battaglia tra europeisti e sovranisti, ripiombando ancora nella stessa dialettica delle colpe tutta ideologica dello scorso anno con l’aggravante che la situazione economica potrebbe peggiorare.
Allora non possono passare inosservate 3 delle proposte che il Presidente di Confindustria ha formulato nelle ultime settimane: un modello per tratteggiare il profilo con cui l’Italia si propone come facilitatore tra Africa ed Europa appunto, un sistema integrato di formazione professionale tra i Paesi europei capace di lanciare un programma di Erasmus della Formazione professionale; un piano transnazionale per le infrastrutture , la logistica e i collegamenti finanziato da Eurobond o attraverso un maggior deficit “di scopo” orientato non solo ai saldi contabili ma alle politiche di investimento.
Confindustria chiede all’insieme delle forze politiche di superare un’idea di autosufficienza dell’economia italiana provando a confrontarsi sui temi di un possibile Patto per lo Sviluppo per andare oltre i piccoli aggiustamenti di maniera e indicando la strada per aprire realmente una stagione di riforme europee. Non è un discorso di parte quello di Enzo Boccia, è un manifesto di proposte concrete con il quale stimolare la politica a svolgere pienamente il proprio ruolo sia di maggioranza che di opposizione nell’interesse generale del Paese, consapevoli che come nel dopoguerra furono le forze produttive ad alimentare il miracolo economico, anche oggi è sostenendo quel medesimo sforzo che si attua la precondizione per tornare a crescere continuando a garantire in Europa la pace e rafforzando le condizioni di protezione e prosperità.