Politica
Riforme, su Affari l'ira dei fittiani: "Così Renzi fa un danno all'Italia"
Senatore oggi nell'Aula del Senato si prosegue l'esame del ddl Boschi, ieri le opposizioni, compreso il gruppo dei Conservatori e Riformisti, hanno duramente criticato lo svolgimento dei lavori, perchè?
L'emendamento Cociancich rispecchia ed è affetto dallo stesso vizio genetico che riguarda tutta la riforma già dai suoi albori. Viene cioé fissato un traguardo temporale e, in nome di questo traguardo, si può tranquillamente non perseguire l'obiettivo della qualità legislativa. Si tratta del vizio genetico di tutte le pseudoriforme renziane, che promettono tanto e, quando va bene, non fanno niente. Ma quando va male, come sicuramente accadrà in questo caso, produrranno dei danni enormi.
A cosa si riferisce in particolare?
Avremmo voluto discutere delle nostre proposte in materia fiscale, per mettere un tetto in Costituzione al carico delle tasse. Avremmo voluto parlare delle competenze dello Stato in tale materia, che andavano armonizzate con quelle degli enti locali e delle Regioni. Purtroppo invece si è risolta la questione dichiarando i nostri emendamenti inammissibili, come è stato fatto per molti altri emendamenti di tutti i gruppi di opposizione che ponevano questioni non solo di metodo, ma proprio di principio, punti fermi che avrebbero meritato una sorte migliore.
Quali sono le principali proposte dei Conservatori e Riformisti al ddl Riforme?
Noi avevamo provato a emendare e a cambiare l'articolo 1, non solo riportandolo a quello che era il testo e il contenuto della prima lettura, ma anche arricchendolo di alcuni riferimenti sicuramente rilevanti.
Tra questi, vi era la proposta volta a dare maggior peso alle funzioni del Senato sull'attuazione e sulla valutazione delle norme e delle direttive politiche dell'Unione europea. In questo modo sarebbe più facile da parte dell'Italia e del Parlamento italiano confrontarsi con le direttive europee, talvolta percepite come veri diktat. Tali direttive infatti statisticamente incidono per il 70 per cento sulle nostre norme. Si sarebbero così potute evitare crisi di rigetto nei confronti dell'Unione europea ed anche di arrivare ai casi più estremi, come quelli verificatisi in altri Paesi europei, di referendum, il cui esito ha spesso ribaltato quanto deciso nei trattati e nelle convenzioni europee.
E poi?
Infine, voglio segnalare che avevamo provato a introdurre il concetto della "perequazione infrastrutturale" che se scritta e attuata in modo serio risolverebbe tutta una serie di problemi insoluti che sono sul tavolo del Governo nazionale e che producono uno scollamento sempre maggiore tra le parti del territorio nazionale più avanzate e quelle più depresse. Penso ad esempio alle discussioni su improbabili ponti per collegare la Sicilia alla Calabria, mentre pare sia una missione impossibile, a sentire l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, trovare un milione di euro per portare il Frecciarossa da Bari a Lecce. Purtroppo però anche questo emendamento è stato bocciato.
Alberto Maggi