Politica

Roma, Aldo Giannuli: via la Raggi, nuove elezioni. Perdono Di Maio-Di Battista

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

L'analisi sulla crisi della giunta romana e sul M5S

Aldo Giannuli, saggista e storico molto vicino al Movimento 5 Stelle, analizza con un'intervista ad Affaritaliani.it le origini del caos sulla giunta romana di Virginia Raggi e le conseguenze sul movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Di chi è la colpa del caos sulla giunta romana?
"E' evidente che la colpa è della Raggi, la quale, dopo essere stata avvertita da tutti che Marra era un personaggio pericoloso e non affidabile, ha insistito e lo ha difeso a spada tratta, oltre il limite dell'accettabile e del tollerabile. Se addirittura tu hai un giornale che va a fare una misura catastale che in realtà avresti dovuto fare tu e comunque continui a difendere quel personaggio senza mai aver spiegato il perché, è evidente che se arriva il crollo e quella persona finisce in galera rispondi tu che hai garantito per lui".

Virginia Raggi dovrebbe dimettersi e Roma dovrebbe tornare al voto?
"Il Movimento 5 Stelle deve immediatamente ritirare il simbolo alla Raggi e deve invitarla a dimettersi. Non solo, deve anche avviare una seria riflessione sui criteri di scelta dei candidati, perché è del tutto evidente che il sistema puramente online ha troppi difetti ed è incontrollabile".

Quindi nuove elezioni a Roma...
"Intanto la città sarà commissariata, non so se per sei mesi o per un anno, ma è ovvio che sia così. E ci saranno nuove elezioni. Il Movimento 5 Stelle in qualche modo recupera così una parte del danno di immagine dimostrando di essere diverso dagli altri partiti e riconoscendo un errore fatto. Le scivolate si possono prendere, è molto più grave quando prendi una scivolata e non fai nulla. Quello non si può fare".

Come impatta la vicenda Raggi sugli equilibri nazionali interni al M5S? Tra i vari leader, chi esce sconfitto da questa storia?
"Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che sono stati ingiustamente attaccati in questo senso, avevano detto ripetutamente alla Raggi che era inaccettabile la presenza tanto di Muraro quanto soprattutto di Marra. Sicuramente c'è il pezzo romano della Ruocco, di Scibilia, della Taverna, di Morra etc... che aveva già mosso critiche anche aspre nei confronti della Raggi. Certamente ora in difficoltà sono i due giovanotti, ovvero Di Battista e Di Maio, che in realtà stanno pigliando più schiaffi di quanti ne meriterebbero".

Cioè?
"Loro non è che hanno sponsorizzato la Raggi, ma quando è scoppiato il bubbone hanno avuto paura di scoprirla per timore che questo potesse in qualche modo avere un effetto devastante a livello nazionale sull'elettorato. Non sono stati complici ma hanno sbagliato non avendo coraggio ripiegando sulla manovretta un po' infantile dell'immondizia sotto il tappetto. Poi quando il tappeto viene levato, l'immondizia si vede".

Ora è a rischio la candidatura di Di Maio a premier?
"E' un po' presto per dirlo. Qui dobbiamo ancora capire gli sviluppi della situazione. Io avrei molta più fretta di ritirare il simbolo perché non si sa cosa dirà Marra. Per difendersi, vere o false che siano le cose che dice, non si sa chi tira dentro. Calma, vediamo come va e poi decidiamo".

Che cosa insegna questa vicenda?
"Non funziona il modello di selezione dei candidati sul web. I 5 Stelle hanno avuto molti intuizioni politiche giuste, però sul modello organizzativo franano. Il fatto stesso che molti ex senatori eletti con il M5S, seppur espulsi, non solo non hanno avuto la sensibilità di dimettersi ma addirittura votano la fiducia al governo, tutto ciò fa capire come con questo sistema di selezione siano stati reclutati un bel po' di mercenari".

Beh, questo sistema lo ha voluto Grillo e quindi la colpa è sua. No?
"Più che Grillo per la verità, e lo dico con dispiacere perché era un mio amico, è stato un errore di Gianroberto Casaleggio. Quando me ne parlò mi spiegò che si aspettava le elezioni politiche a maggio e invece arrivarono a febbraio e quindi non sapeva dove mettere le mani. Ma ne parlava come di una cosa temporanea, il problema è che poi questo sistema di selezione dei candidati è diventato definitivo".