Politica
Roma, torna la violenza sessantottina. Quando Pasolini stava con i poliziotti
Gli studenti de La Sapienza cercano di sfondare e la polizia li manganella
Un gruppo di 300 studenti arrabbiati al peperoncino hanno tentato di fare irruzione nel Rettorato
Sono tornati. Puntuali come le tasse gli studenti hanno ricominciato a fare casino, sarà la primavera, sarà il caldo eccezionale di questi giorni quasi estivi, sarà che la madre dei contestatori è sempre incinta, sta di fatto che gli studenti, dopo i fatti di Pisa e Firenze, sono tornati a manifestare con la voglia di occupare, questa volta a Roma.
Ieri 16 aprile c’è stato un corteo di protesta contro la collaborazione culturale tra la Sapienza e Israele.
La Sapienza si è comportata con giudizio, al contrario della Normale di Pisa e l’Università di Torino che hanno invece deciso di interrompere le collaborazioni con le Università israeliane in piena sindrome radicalchicchettista.
Un gruppo di 300 studenti arrabbiati al peperoncino hanno tentato di fare irruzione nel Rettorato dove c’era il Senato Accademico ma sono stati respinti una prima volta dagli agenti.
Allora sono partiti in corteo per i viali interni.
Uno degli esagitati è saltato su una macchina della Polizia ed è stato prontamente arrestato mentre pure un’altra studentessa è stata arrestata.
Giorgia Meloni ha dichiarato:
“Piena condanna per le violenze avvenute oggi da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della Polizia aggredito, a tutte le Forze dell’ordine e ai docenti”.
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini scrive sui social: “La mia vicinanza alla rettrice, Antonella Polimeni. Quello che sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione”.
Gli universitari si erano riuniti al grido di ‘Fuori la guerra dall’università‘ e come al solito, in tema opposto al titolo, hanno portato la “guerra” ben dentro l’Università.
Quello di vorticare le bandiere palestinesi è infatti un vecchio vizio della sinistra movimentista giovanile che quando è a corto di trastulli e passatempi ricorre alle occupazioni e la butta in caciara, pur di non studiare.
Quindi anche questa volta non è mancato il pieno sostegno e il supporto morale ai terroristi di Hamas.
Quanto successo ieri fa ricordare i tumulti di Valle Giulia.
A tal proposito Pier Paolo Pasolini, icona della sinistra, ebbe a scrivere per la rivista Nuovi Argomenti (fondata da Alberto Moravia) un articolo che farà epoca, “Il Pci ai giovani” che uscì nel numero di aprile-giugno 1968, quindi a qualche mese dai fatti della facoltà di Architettura.
“È triste. La polemica contro il Pci andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati. Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. lo no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo!) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccolo-borghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano”.
Forse qualche volta gli studenti farebbero bene a studiare, magari proprio Pasolini, una delle icone della sinistra che però era uno spirito libero e non le mandava certo a dire.