Politica
“Salario minimo? Assistenzialismo”. Ed è bufera sul ministro Musumeci
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Tra i parlamentari di Cinquestelle e Partito democratico le reazioni sdegnate si sprecano. “Le parole del ministro Musumeci non denotano solo una scarsa conoscenza del tema e quindi un uso del vocabolario del tutto improprio, ma sono a dir poco ridicole“, attacca Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera. “Grazie al centrodestra sono stati reintrodotti i vitalizi per chi ha lavorato anche un solo anno in Parlamento. Se Musumeci sta cercando degli ‘assistiti‘, guardi dentro casa sua”. “Un commento stupefacente degno di un passante al bar, non di un uomo di governo”, dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto. “Davvero il ministro della protezione civile Musumeci ha detto che il salario minimo non c’entra con il lavoro? Davvero? Secondo me pensa al reddito di cittadinanza. Altrimenti sarebbe un ignorantone. Per salario si intende la retribuzione del lavoratore dipendente. Chiaro ministro Musumeci?”, attacco Sandro Ruotolo della segreteria dem.
Non solo Pd e M5s. Il ministro del governo Meloni viene attaccato ad esempio anche dal capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera, Matteo Richetti: “Voglio dire a Musumeci 3 cose: 1. Il salario minimo viene riconosciuto a chi lavora 2. L’assistenzialismo di cui lui è esperto è un’altra cosa 3. Mi vergogno un pò per lui”, scrive in un tweet. Durissimo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, secondo cui le parole di Musumeci sono “un insulto ed un atto di cinismo a chi è costretto a lavorare con paghe orarie di 3 o 4 euro, al limite della schiavizzazione”. “Musumeci prima di parlare si dovrebbe informare. Tacciare il salario minimo come assistenzialismo dimostra l’ignoranza e la scarsa preparazione del ministro di Fratelli d’Italia”, gli fa eco il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.