Politica
Salvini, da "Euro strumento di morte" a “Verso l’Europa del Buonsenso”
Elezioni europee, il cambio di rotta radicale del leader della Lega in cinque anni
In politica cinque anni sono un periodo molto lungo. Così lungo da cambiare diametralmente idea. 22 febbraio 2014, Matteo Salvini, da poco segretario della Lega ancora Nord e ancora per l'indipendenza della Padania, apre la campagna elettorale per le Europee del 25 maggio 2014 con uno slogan molto chiaro, netto, inequivocabile: "Euro strumento di morte". D'altronde per tre mesi il segretario del Carroccio, ancora partitino dell'opposizione, gira l'Italia con il perentorio 'Basta euro tour' affermando che "uscire dall'euro si può, nulla è irreversibile, solo così riparte l'economia".
Passando cinque anni: 8 aprile 2019, Matteo Salvini, ministro dell'Interno, vicepremier e leader della Lega non più Nord e non più per l'indipendenza della Padania, apre la campagna elettorale per il voto del 26 maggio all'Hotel Gallia di Milano con uno slogan quasi democristiano: “Verso l’Europa del Buonsenso”. L'uscita dall'euro è stata rapidamente accantonata, archiviata, nascosta, dimenticata. D'altronde oggi la Lega è forza di governo, ha ministri importanti e una pletora di sottosegretari. Pertanto parlare di uscita dall'euro, come faceva quotidianamente solo un lustro fa, farebbe schizzare lo spread sui mercati finanziari con annessi costi sempre più alti per il rifinanziamento del debito pubblico. E quindi quello che prima era l'obiettivo principale di Via Bellerio, oggi è diventato un tabù.
Non solo. Il 9 giugno 2016, quindi due anni dopo le Europee del 2014, quelle del trionfo di Renzi, sempre Salvini - europarlamentare - scriveva sul suo profilo Facebook: "MALEDETTA Unione Sovietica Europea! Ordina di abbattere gli ulivi in Puglia anche se non ancora malati di xylella. Il prossimo obbligo sarà di sradicare i vigneti nel Chianti o in Veneto???". Unione Sovietica Europea, dunque il male assoluto, un regime totalitario da abbattere a tutti i costi. Oggi il Salvini ministro dell'Interno ha abbandonato i toni guerrafondai e rivoluzionari e parla di "Europa del Buonsenso". Nel 2014 Salvini sapeva che comunque sarebbe stato forza di opposizione a Strasburgo e quindi puntava ad alzare i toni con tanto di interventi in Aula augurando al presidente Juncker "buon grappino".
Oggi il ministro dell'Interno sa che potrebbe guidare il primo partito in termini di seggi all'Europarlamento e spera di convincere il Ppe a mollare Pse e liberali dell'Alde per formare un'alleanza di destra con i sovranisti e i Conservatori della Meloni. Anche e soprattutto per imprimere una svolta alla nuova Commissione Ue che consenta al governo italiano maggiore libertà su deficit e debito pubblico. Peccato che le parole, così come i post sui social, siano pietre. E il cambio di registro, di toni e di linguaggio tra il 2014 e il 2019 è così palese da imbarazzare non pochi leghisti.