Politica
Salvini non va dai Conservatori? 'Si parla inglese e lui non se la sente...'

La voce che circola nei corridoi della Conferenza di Roma
Tra gli organizzatori, riuniti all'Hotel Plaza di Roma, ci si interroga su quali siano i motivi reali che hanno portato Matteo Salvini a dare forfait e a non essere presente, oggi, alla "National Conservatism Conference", la due giorni che si è aperta ieri con l'intervento della leader di FdI, Giorgia Meloni. Eppure all'evento, curato dalla fondazione americana Edmund Burke Foundation, partecipano tra gli altri il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, i leader sovranisti di Spagna e Olanda Abascal e Baudet, il copresidente del gruppo ECR al Parlamento Europeo Ryszard Legutko, Marion Marechal, l'intellettuale conservatore inglese Douglas Murray, il presidente dell'American Enterprise Institute e già stretto collaboratore di Reagan Christopher DeMuth e l'autore del caso editoriale internazionale "Le virtu' del nazionalismo" Yoram Hazony (che verrà presentato durante l'evento). Un parterre internazionale di primissimo piano per chi punta a essere uno dei principali leader del sovranismo mondiale.
E subito fioccano le ipotesi. Salvini e Meloni vicini alla rottura politica? Scontro sulle candidature delle Regionali di primavera? Lite sulle nomine Rai? Frizioni sull'autonomia regionale o sulla legge elettorale proporzionale osteggiata senza se e senza ma da Meloni ma in modo non così netto da Salvini? Tutto può essere. Non si sa, anche se qualcuno nei corridoi ipotizza e ironizza: 'Macché motivi politici! Qui è a porte chiuse e si parla in inglese. Giorgia ieri ha parlato venti minuti in inglese, Matteo non se la sente. Ecco perché non viene'. Una voce. Un'ipotesi. Sarà verà? We don't know...