Politica
Salvini presidente della Commissione europea. Ecco il piano dei sovranisti
Ecco perché la Lega sta per trasformarsi in partito nazionale. Obiettivi e alleanze, il progetto pro-Salvini dei sovranisti europei
Procede a tappe forzate, e rigorosamente dietro le quinte, la costruzione del fronte sovranista in vista delle elezioni europee in programma alla fine di maggio del prossimo anno. E, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, è ormai quasi certa la candidatura del ministro dell'Interno Matteo Salvini alla guida della Commissione europea come leader dei sovranisti/euroscettici. Ecco perché la Lega sta per trasformarsi in partito nazionale (leggi qui). A favore della discesa in campo del titolare del Viminale si sono già schierati il Rassemblement National francese di Marine Le Pen, i sovranisti austriaci del Fpö, gli olandesi del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia VVD e il sovranista svedese Jimmie Akesson. In sostanza, si tratta del blocco storico degli euroscettici ai quali potrebbero aggiungersi altri partiti e movimenti soprattutto dell'Est Europa, ma anche belgi, danesi e finlandesi. Posizioni molto distanti, invece, con l'Afd tedesca che ha duramente attaccato la Lega sulla manovra.
Il programma del Salvini presidente della Commissione sarebbe abbastanza semplice: revisione di tutti i trattati, modifica dello statuto della Banca Centrale Europea (con il riprisitno del QE e la trasformazione in banca prestatrice di ultima istanza), controllo militare dei confini esterni dell'Unione europea, fine immediata delle sanzioni alla Federazioni Russa, fine delle multinazionali e difesa delle piccole e medie imprese oltre che dell'agricoltura e della pesca. L'obiettivo è quello di risultare il principale gruppo al prossimo Parlamento europeo per poi stringere un'alleanza con altri euroscettici come il Movimento 5 Stelle e soprattutto con una fetta del Partito Popolare Europeo, prima fra tutti con l'ungherese Viktor Orbán.
Un piano ambizioso ma non impossibile che ha come fine ultimo quello di relegare all'opposizione la sinistra, moderata (Pse) e radicale, ma anche Macron e i Popolari come la Merkel e Forza Italia. Per il momento Salvini non ne vuole parlare pubblicamente ("Vedremo, c'è tempo") ma contatti internazionali sono in corso ormai da settimane. E anche la svolta di questi giorni che ha portato all'abbassamento dei toni da parte dei leghisti con Bruxelles sulla Legge di Bilancio (a parte la sceneggiata della scarpa di Angelo Ciocca che non è piaciuta in Via Bellerio) starebbe proprio preparando il grande salto a livello continentale.