Politica
Salvini sovranista in Europa ma federalista in Italia. Una sfida difficile
Il paradosso della Lega tra destre Ue e autonomia regionale
Il "doppio binario" di Salvini. Analisi
Dopo l’incontro di Firenze, in cui Matteo Salvini ha riunito, direttamente o indirettamente, i maggiori leader della destra europea, viene da porsi una domanda politologica: riuscirà il leader della Lega a sviluppare la sua proposta politica, per le elezioni europee 2024, su un doppio binario, ossia quello di essere sovranista in Europa e federalista in Italia? La domanda è molto interessante, ma anche molto complessa. La risposta alla domanda dipende infatti da come si interpreta il concetto di sovranismo e di federalismo, e da come si valuta l’azione politica di Matteo Salvini.
Il sovranismo è una corrente di pensiero che sostiene la difesa della sovranità nazionale di uno Stato, in contrapposizione alle ingerenze di organismi sovranazionali come l’Unione Europea, la NATO, l’ONU. Il sovranismo si basa su valori come il patriottismo, il nazionalismo, la difesa dell’identità culturale, la protezione dei confini, la preferenza nazionale, la critica all’immigrazione, l’opposizione all’eccessivo multiculturalismo. Il sovranismo si contrappone al globalismo, che invece promuove la totale integrazione economica, politica e culturale tra i vari paesi del mondo.
Il federalismo è invece una forma di organizzazione politica che prevede la suddivisione di uno Stato in entità territoriali autonome, dotate di poteri legislativi, amministrativi e fiscali propri, ma coordinate da un governo centrale che si occupa delle questioni di interesse comune. Il federalismo si basa su principi come la sussidiarietà, la solidarietà, la partecipazione, la cooperazione, la diversità. Esso si contrappone al centralismo, che al contrario concentra il potere decisionale nelle mani di un’autorità unica, che impone le sue scelte a tutto il territorio nazionale, senza tenere conto delle specificità locali.
Matteo Salvini è il leader della Lega, un partito politico che ha avuto una lunga storia di evoluzione e trasformazione. Nato come Lega Nord nel 1989, il partito allora si proponeva come espressione delle istanze autonomiste e secessioniste delle regioni settentrionali dell’Italia, rivendicando maggiori poteri e risorse per il “popolo padano”. La Lega Nord si ispirava al federalismo e al liberismo di Gianfranco Miglio, il suo principale ideologo, che immaginava una confederazione di Stati indipendenti in Europa. Ed era anche critica verso l’Unione Europea, vista come un’istituzione burocratica e oppressiva, ma non ne chiedeva l’uscita, bensì una riforma in senso confederale.
Dal 2013, con l’elezione di Matteo Salvini a segretario federale, la Lega ha subito una notevole trasformazione, abbandonando progressivamente il tema della secessione della Padania e abbracciando una nuova linea nazionalista italiana. Il nome è diventato Lega per Salvini Premier nel 2017, e poi semplicemente Lega nel 2019. La Lega ha così ampliato il suo consenso anche nelle regioni centrali e meridionali dell’Italia, proponendosi come il partito della difesa della sovranità nazionale, contro le élite politiche ed economiche, sia interne che esterne. E assumendo una posizione più critica verso l’Unione Europea, stringendo alleanze con altri partiti sovranisti europei, come il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, il Partito per la Libertà di Geert Wilders in Olanda, il Partito della Libertà d’Austria di Heinz-Christian Strache. Parallelamente, la Lega ha accentuato la sua critica alle politiche migratorie incontrollate, adottando una linea securitaria quando Salvini è stato ministro dell’interno dal 2018 al 2019.
Quindi, Matteo Salvini può riuscire a essere sia sovranista in Europa che federalista in Italia? La risposta è sì, anche se si tratta di un equilibrio complesso da mantenere. Salvini può sostenere di essere sovranista in Europa, perché difende la sovranità nazionale dell’Italia contro le eccessive ingerenze dell’Unione Europea e di altri organismi internazionali, e perché si allea con altri partiti che condividono la sua visione. Ma può sostenere anche di essere federalista in Italia, perché promuove l’autonomia delle regioni e dei comuni, e perché supporta le richieste di maggiori poteri e risorse da parte delle regioni governate dalla Lega, come la Lombardia, il Veneto e la Liguria.
Tuttavia, perché questa operazione riesca, Salvini deve esporre in modo più chiaro che progetto ha in mente in ambito europeo, proponendo una visione chiara e coerente del ruolo dell’Italia nel continente. E poi dovrebbe puntare su una vera proposta di riforma costituzionale per attribuire maggiori poteri e risorse alle regioni, esplicitando anche in questo caso quale sia la sua visione di riorganizzazione dello Stato.
In conclusione, Matteo Salvini può vincere la sua sfida del “doppio binario”, ma deve sviluppare un racconto efficace di che cosa intende fare veramente su due questioni: il ruolo dell’Italia in Europa, e il modello di nuova organizzazione dello Stato su cui punta.