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Salvini: "Voglio la prima centrale nucleare a Milano”. Ma i 'No Tutto'...
Matteo Salvini

Salvini: “Voglio la prima centrale nucleare a Milano”

Matteo Salvini, ha ripetuto provocatoriamente ieri di volere la prima centrale nucleare attiva nella sua Milano e questo sulla scia di un mood mondiale, peraltro istituzionale. È da poco infatti terminata la Cop 28 a Dubai con il documento finale che contiene per la prima volta una frase sull’uscita dai combustibili fossili.

Al Jaber, il Capo Cop, parla di “accordo storico” per limitare l’innalzamento della temperatura a soli 1,5 °C, limite oltre il quale accadrebbe l’irreparabile. Nel testo in realtà si parla di “abbandono graduale” delle fonti fossili invece della più impegnativa parola “uscita” che era in una precedente bozza, ma il risultato, almeno formale, c’è. Lo sceicco arabo ha quindi dato una svolta imprevista ad una Cop che sembrava destinata all’oblio. Tuttavia compare anche la parola “nucleare” che del resto è presente anche negli ultimi documenti ufficiali della Ue.

Mix di nucleare e rinnovabili per puntare a emissioni zero per il 2050 ma i No Tutto sono già sul piede di guerra

Infatti, se si vuole limitare veramente l’innalzamento a 1,5 °C della temperatura media mondiale (limite oltre il quale ci sarebbero effetti irreversibili), occorre utilizzare, sul medio – lungo periodo una miscela di fonti energetiche ben precisa, l’unica possibile: un mix di nucleare da fissione e fonti rinnovabili. Sia l’uranio che le rinnovabili non producono infatti la temuta CO2, anidride carbonica, responsabile dell’effetto serra che fa innalzare la temperatura.

Giorgia Meloni ha detto qualche giorno fa a Dubai, in plenaria: “L'Italia sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico con un approccio che rispetti la neutralità tecnologica, libero da radicalismo: se vogliamo essere efficaci serve una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale, una transizione ecologica non ideologica". E poi ancora: “Non ho preclusioni su tecnologie nuove, se si può avere un risultato positivo sono disposta a parlarne, ma la grande sfida sarà la fusione nucleare e credo che l'Italia debba avere la capacità di pensare in grande".

Usa, Francia ed Emirati Arabi –insieme ad altri 20 Paesi- si sono fatti promotori a Dubai del rilancio del nucleare ponendosi l’obiettivo di triplicare la produzione di energia per il 2050.

ll materiale fissile, cioè il combustibile, è sempre l’uranio oppure il plutonio. Gli obiettivi della IV generazione sono incentrati sulla sicurezza, la riduzione delle scorie e la diminuzione dei costi progettuali. La UE ha riconosciuto l’assoluta sostenibilità ambientale del nucleare inserendolo nella “tassonomia” delle attività da incrementare, come previsto dal Green Deal europeo, il patto che dovrebbe far raggiungere la neutralità climatica per il 2050.

Per il futuro poi ci sarà la fusione nucleare che trasforma l’idrogeno in elio tramite il processo inverso, quello di fusione termonucleare e che è alla base del meccanismo di funzionamento delle stelle e del nostro sole. La fusione, peraltro, non solo non produrrà CO2 ma neppure scorie nucleari.

Ma già i “No Tutto” si sono prontamente attivati contro il progetto. Però questa volta sono in contraddizione con loro stessi perché senza nucleare le fonti rinnovabili non ce la faranno a raggiungere l’obiettivo di “emissioni zero” per il 2050.

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