Politica
Sanità, in Calabria zero medici: la regione vuole assumere dottori cubani
Ospedali calabresi senza medici. Il governatore Occhiuto ha parlato di “accordi con Paesi esteri”. Pronti i dottori cubani
Medici cubani per sopperire al buco di sanitari in Calabria. Ma i vecchietti di Gioia Tauro e di Locri come li capiranno?
Dal 2018 al 2025 in Calabria mancheranno 1410 medici. Lo dice da anni uno studio Anaao Assomed, associazione nazionale medici e dirigenti, che ha previsto il buco abnorme con largo anticipo nel 2019. Le carenze principali riguarderanno la medicina d’urgenza con la mancanza di 245 dottori, l’anestesia e la rianimazione con 63 medici, la ginecologia con 51 medici, la chirurgia generale con 90 medici, la pediatria con 150 medici e la psichiatria con 90 medici.
Gli ospedali calabresi hanno questo problema, è un fatto noto, e non sono l’unica regione in queste condizione, anzi. Così negli ambiti dirigenziali calabresi sarebbe nata l’idea di integrare la situazione con medici stranieri. La notizia trapelata ai primi di luglio e riportata in un servizio dell’emittente televisiva privata locale “La C News24” è stata però immediatamente tacciata come priva di fondamento. Il tutto nonostante le conferme degli ambienti interni della Sanità regionale che con dovizia di particolati sono arrivate anche a noi. Ma a grande sorpresa nelle scorse ore è intervenuto in un video sui social il governatore Roberto Occhiuto, che è anche commissario ad acta (dopo 12 anni di commissariamento della sanità regionale), parlando di trattative in corso per ingaggiare medici stranieri.
Il governatore ha spiegato che la questione “è un problema nazionale. Molte Regioni stanno cercando di stipulare accordi anche con Paesi esteri perché vengano medici stranieri in Italia giacché in Italia esiste questa carenza di personale medico. Anche io ci sto provando spero di avere qualche risultato nelle prossime settimane”. Intanto si parla di 84 medici cubani che sarebbero dovuti sbarcare a Reggio Calabria per essere impiegati negli ospedali della città metropolitana. Sembra che i dottori possano essere assunti con contratto di lavoro interinale stipulato direttamente dal ministero o con contratto a tempo determinato, in vigore fino al 31 dicembre prossimo.
Una problema, quella della mancanza di personale sanitario specializzato, non di immediata soluzione. Ma possibile che non si potessero pianificare prima altre vie? Anche perché da indiscrezioni sembra che i dottori cubani verranno impiegati nei reparti di emergenza-urgenza, cioè i Pronto Soccorso e nel 118 degli ospedali della provincia, nelle cittadine di Melito, Locri, Polistena e Gioia Tauro. Visti anche i reparti, la rapidità della comprensione di cosa stia accadendo ai pazienti è rilevante per curarli. Non si è ancora capito come i medici cubani possano capire i vecchietti di Gioia Tauro o di Locri. Probabile che vi siano altri aspetti della vicenda ancora non noti.
La notizia si somma a quella non buona di qualche mese fa che quantificava in 310 milioni di euro le risorse assegnate dal Pnrr alla Calabria. Una somma troppo bassa dato il disavanzo della Sanità regionale che sarebbe attestato intorno ai 130 milioni di euro. Tra ospedali smantellati, aziende sanitarie provinciali sciolte per infiltrazioni mafiose, mancanza di bilanci, impossibilità a ricostruirne anche solo per la contabilità il quadro è perfetto. In più la migrazione sanitaria verso il Nord, vista la situazione disastrosa del commissariamento, ha svuotato le casse regionali per quasi 300 milioni di euro.
Secondo Il Sole 24 Ore i livelli essenziali di assistenza sanitaria calabrese sono sotto soglia, con un punteggio di 125 su un minimo di 160. Questo a fronte di un rilevante aumento della tassazione che colpisce i cittadini. Il denaro del Pnrr, destinato alla realizzazione di Case della comunità, Ospedali di comunità e Centrali operative territoriali oltre che per l’ammodernamento dell’apparato tecnologico, farà solo il solletico a una situazione incancrenita da anni.