Politica
Scazzi a Cinque Stelle, Grillo vuole portare Conte in tribunale
Il cofondatore dei Cinque Stelle si scaglia contro il leader politico. Grillo porterà le carte anche in tribunale? La guerra per il logo e il ruolo di ben tre distinte associazioni
Scazzi a Cinque Stelle, Grillo vuole portare Conte in tribunale
"Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte". Comincia così il lungo post di Beppe Grillo sul blog con cui il cofondatore lancia un attacco a tutto campo al leader politico del M5s. Tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte è guerra aperta, che rischia addirittura di finire tribunale.
L'attacco carte alla mano di Beppe Grillo
“Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un'opera di rinnovamento, ma un'opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle". L’invettiva di Grillo impugna poi lo Statuto del Movimento Cinque Stelle. “Secondo quanto afferma l'art. 12, lettera a) numero 2, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati".
A chi appartiene il “marchio” Movimento Cinque Stelle?
A portare i due leader in tribunale potrebbe essere una questione di proprietà del marchio M5s. Il comico trascinerà, carte alla mano, l’avvocato degli italiani in tribunale? Grillo ha ingaggiato il braccio di ferro con Conte, oltre che sui principi, anche sul possesso del logo. Se dovesse tirare troppo la corda – assicurano al Corriere fonti interne al Movimento – si andrà, come già accaduto, in tribunale. Scoperchiando così il vaso di pandora dei cavilli e, soprattutto, delle associazioni su cui si regge la creatura ideata da Casaleggio.
Cinque Stelle e tre associazioni
La prima Associazione MoVimento 5 Stelle fu fondata da Grillo nel 2009, assieme a Gianroberto Casaleggio. Nel dicembre 2012, per questioni burocratiche legate alla presentazione delle liste per le Politiche 2013, Grillo costituisce un’altra associazione con suo nipote Enrico e il commercialista Enrico Maria Nadasi. Alla morte di Casaleggio padre, poi, suo figlio Davide e l’allora capo politico Luigi Di Maio fondano un’ulteriore associazione. Grillo, fiutando il successo del M5s alle Politiche del 2018, punta i piedi e ricorre legalmente. Una sentenza della Corte d’Appello di Genova gli dà ragione: simbolo e nome M5S appartengono a Beppe Grillo e alla sua associazione. Forte di questo precedente, il fondatore potrebbe decidere di ricorrere nuovamente contro il leader politico del M5s.
La replica del notaio del Movimento Cinque Stelle
L’avvocato degli italiani, però, rigetta la tesi grillina. “Il simbolo appartiene all’Associazione Movimento 5 Stelle”, ha ribadito di recente Conte in un’intervista al Corriere. A dargli manforte accorre Alfonso Colucci, deputato del M5s, notaio e coordinatore dell’area legale del Movimento. "Sia il nome, sia il simbolo risultano intestati all’Associazione attuale. E Beppe Grillo in forza di specifici obblighi contrattuali ha espressamente rinunciato a ogni contestazione". Il notaio del M5s aggiunge che “la sentenza cui fa riferimento Grillo non è stata resa nei confronti dell’attuale associazione, quella presieduta da Conte, ma a quella da lui fondata nel 2012". Colucci si dice sicuro che Grillo non ricorrerà in tribunale. “Il M5S ha già avuto il contenzioso davanti al Tribunale di Napoli e chi l’ha promosso ha dovuto anche pagarsi e pagarci le spese legali".