Unioni civili, scontro nel Pd sulla fiducia - Affaritaliani.it

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Unioni civili, scontro nel Pd sulla fiducia

L'INTERVENTO DI RENZI ALL'ASSEMBLEA DEL PD

Unioni civili. "Che paura possono fare due persone che si amano? Che paura possono fare quelle che chiedono di avere un'unione fra di loro. A me fanno paura quelli che si odiano non quelli che amano". "Visto com'era la situazione, abbiamo deciso di fare l'accordo con Grillo e i Cinque stelle. Basta farci del male: non ci saremmo mai perdonati di fare quel tentativo. Capisco la sindrome Lucy e Charlie Brown, quella di staccarsi dal padrone all'ultimo minuto. Ma loro hanno l'obiettivo fare il male del Pd, noi abbiamo l'obiettivo di fare il bene dell'Italia."Sappiamo che c'è un tentativo chiaro di riaprire la discussione sulle unioni civili e non approvare la legge neanche nel corso del prossimo anno. Si deve provare a raggiungere un accordo di governo immaginando un emendamento sul quale dobbiamo essere pronti anche a mettere la fiducia".

Le tasse. "In Italia il partito della tasse è la Destra, quello che ha abbassato le tasse è il Pd", ha detto Renzi durante il suo intervento che ha aperto rivolgendo un pensiero a Giulio Regeni e Valeria Solesin. "Nell'assemblea di Milano a luglio in piena Expo lanciammo una provocazione sulle tasse, dicemmo che abbassarle è un qualcosa di sinistra. In Italia se cerchiamo un qualsiasi istituto di sondaggi vediamo che la parola destra è associata ad abbassamento delle tasse, sinistra all'innalzamento delle tasse. Ma è vero il contrario: in Italia il partito delle tasse è la destra, il partito che ha abbassato le tasse è il Pd".

Regeni. "Pretendiamo la verità" sulla morte di Giulio Regeni "anche quando fa male. Se qualcuno pensa che in nome del politicamente corretto noi possiamo accontentarci di una verità artificiale e raccogliticcia sappia che non c'è verità di comodo, non c'è business che tenga, non c'è diplomazia che tenga".

Le primarie. A Milano sembrava una situazione difficile e noi abbiamo dimostrato con forza e chiarezza che quando il popolo del Pd sceglie la strada delle primarie il risultato è evidente: una straordinaria forma di partecipazione. Anche se fa sorridere che dall'alto di 64 clic qualcuno ci fa la morale su qualche straniero che ha votato".

Ue. "Oggi l'Europa deve essere un gigantesco contenitore di riforme, la solidarietà non è solo a senso unico. Non siamo entrati nel Pse per fare un gesto di omaggio, siamo entrati perchè pensiamo che l'Europa abbia bisogno di politica. O si ha il coraggio di tornare a pensare in profondità e in grande o l'Europa diventerà un fastidioso giochino burocratico".

Le riforme. "Attraverso le riforme si deve dare un futuro a chi crede che l'Italia sia il più grande serbatoio di speranza per l'Europa. Noi siamo la politica non la tecnica".

La classe dirigente. "C'è una distanza siderale tra noi e una presunta classe dirigente che per decenni ha fatto la morale alla politica per apparire cool all'ora dell'aperitivo o del brunch. Non siamo dalla parte degli illuminati aristocratici con molti veti e pochi voti che ci fanno la morale ma hanno dimostrato che non sempre con loro le cose vanno dalla direzione giusta. Fuori dai loro pregiudizi c'è un'Italia delle persone semplici che non meritano certi pregiudizi".

Spending review. "Ci dicono (la Corte dei Conti, ndr) che non abbiamo fatto spending review. Vi dico solo che Cottarelli aveva proposto 20 mld di tagli, noi ne abbiamo fatti 25. E se tagli 25 miliardi di spesa pubblica è pacifico che il Pil non cresce a sufficienza perché parte viene dalla spesa pubblica".

Le cicatrici. "La comunicazione non è il pallino del segretario pro tempore, ma è la soluzione per non rosicare, non perdere, non perdersi. Io da solo non ce la faccio. Ci sono due alternative: una discussione tra correnti su come andiamo alle elezioni. Ma amici del Pd impariamo dalle nostre cicatrici: quando ci siamo ridotti a parlare di noi e solo di noi abbiamo perso la strada. Dobbiamo parlare al Paese con il tam tam e il porta a porta perché il Pd possa essere l'ancora di speranza del nostro Paese".

Girare l'Italia. "Noi dobbiamo tornare a girare più l'Italia e stare meno nei palazzi. Nelle prossime settimane dovrò essere molto di più dove i posti di lavoro si producono".

No a tessere in blocco. "Non è possibile che al Pd si iscrivano in blocco 400 persone con una carta di credito. Non è giusto, non è lecito, non è legittimo. Il partito non si deve scalare con le tessere ma con le idee. Siamo l'unico partito a avere un bel confronto dialettico tra maggioranza e opposizione - qualcuno dice troppo, io dico che non è mai troppo - ma sul territorio dobbiamo avere la forza di essere dinamici e non accettare operazioni discutibili".

Niente ricatti. Renzi non vuole più accettare "ricatti" nel Pd. "A chi immagina su singoli provvedimenti - unioni civili, riforme, jobs act - di dire 'o fate come voglio io o me ne vado', la mia risposta è una, a quattro lettere: ciao. Non si può pensare di fare del Pd un partito nel quale si sta soltanto quando si condivide tutto. Si fa uno sforzo di mediazione, si ascoltano tutti, ma non è pensabile di minacciare gli altri, o fai così o me ne vado".

Un patto patto di governo per far sì che le unioni civili diventino legge. Un'apertura al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano che sul ddl Cirinnà insiste da tempo affinché la stepchild adoption sia depennata dal ddl medesimo. E sono ancora le adozioni (quelle del figlio del partner all'interno di una coppia omosessuale) lo scoglio contro il quale continua a cozzare il tema dei diritti civili con il Pd che al Senato non ha i numeri per farcela da solo.
 
Un'intesa, quella con i centristi moderati alleati nell'esecutivo, da stringere attorno a un emendamento sul quale non è da escludere la fiducia in Aula. È un passaggio secco quello che il premier e segretario dem, Matteo Renzi, ha scelto di compiere quasi al termine del suo intervento di apertura dell'assemblea nazionale del Pd, all'hotel Parco dei Principi a Roma, dopo aver ricordato Valeria Solesin e Giulio Regeni e dopo aver parlato di tasse, comunicazione, Europa e spending review.

Parole, quelle del premier sulle unioni civili, che sono arrivate dopo ripetuti rinvii e dopo le recenti inconcludenze parlamentari. Parole che però hanno scatenato subito polemiche: sia sulla ipotesi fiducia (c'è chi ha parlato di "ennesima umiliazione delle Camere") sia sul destino della stepchild, a questo punto davvero a rischio.
 
"Martedì sera alle 20 - ha detto Renzi rivolto alla platea Pd - ci sarà un'assemblea del Senato" dove la discussione sul ddl Cirinnà è slittata di settimana in settimana in assenza di un accordo capace di garantire i numeri in aula. "Io - ha continuato il segretario - sono disponibile a partecipare". Poi la proposta, vale a dire due alternative secche. La prima guarda ancora al M5s colpevole, per il Pd, di aver fatto saltare l'intesa sul ddl e colpito dalla "sindrome Lucy e Charlie Brown", quella cioè "di staccarsi dal padrone all'ultimo minuto" (sullo sfondo dell'assemblea compaiono anche le slide a fumetti) con "l'obiettivo di fare del male al Pd". La seconda è invece "un accordo di governo immaginando un emendamento sul quale dobbiamo essere pronti anche a mettere la fiducia. Che paura possono fare due persone che si amano, che chiedono di avere un'unione forte tra di loro? A me fanno paura quelli che si odiano".

Ed è l'emendamento con fiducia a provocare le prime reazioni. Dal Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio lancia la sfida quasi in diretta. Da In Mezz'Ora, su Rai Tre, il deputato ed esponente del direttorio entra a gamba tesa nel dibattito e lo fa con un appello: "Sulle unioni noi ci siamo al 100 per cento. Il Pd le vuole votare? Oppure vuole fare propaganda sulla pelle dei diritti dei cittadini? Noi non vogliamo votare il 'cangurò (vale a dire l'emendamento Marcucci del Pd, ndr) che è l'autostrada verso la dittatura. Lo dico da persona delle istituzioni, non possiamo votare un misura che non è nel regolamento parlamentare. Noi vogliamo votare il ddl articolo per articolo, emendamento per emendamento".
 
Nel frattempo la minoranza dem si scatena. Per l'ex capogruppo a Montecitorio, Roberto Speranza, la replica è immediata: "Se l'accordo di governo significa far saltare la stepchild, io sono contrario. Sarebbe sbagliato da parte del Pd rinunciare al proprio punto di vista, bisogna far uscire i grillini dalla loro ambiguità".

Sempre dalla minoranza, è Miguel Gotor a dire: "Se scegliere l'accordo con Ncd significa rinunciare alla stepchild, noi non ci stiamo". E Federico Fornaro: "Attenzione a non usare la fiducia come una bomba atomica, che la toppa non sia peggio del buco e che per prendere parte del Ncd non si perdano per strada M5s e Sel".
 
Già, perché nelle stesse ore, sempre a Roma, si è chiusa la convention di Sinistra Italiana - la tre giorni intitolata 'Cosmopolitica - da dove è partito l'appello alla sinistra Pd affinché in parlamento non si voti lo stralcio della stepchild. Lo stesso Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem, ha replicato con ironia alle parole di Renzi - "a chi dice o così o vado via, io dico ciao" - e ha dichiarato: "Oggi siccome è domenica voglio vedere le cose in una luce positiva e tutto sommato 'ciaò è meno brusco di addio".
 
Da Area Popolare, intanto, Maurizio Lupi, presidente dei deputati Ap, risponde: "Se Renzi dice sediamoci attorno a un tavolo e lavoriamo insieme un emendamento del governo, noi a quel tavolo siamo seduti da tempo. Si rivada a quegli accordi iniziali per la nascita del governo: sì alle unioni civili, no a similmatrimonio, no a utero in affitto".
 
Sempre da Ap, un'ipotesi di accordo l'ha tracciata la ministra Beatrice Lorenzin che in una intervista al Mattino parla di un possibile punto di caduta: rendere l'utero in affitto un reato da legare in modo esplicito a una norma penale che stabilisca un chiaro divieto di adottabilità per il partner (unito da unione civile) del genitore biologico che ha concorso ad attuare la maternità surrogata. Fuori dalla proposta i casi pregressi.
 
Dal Pd, tuttavia, a insistere sul maxiemendamento è la vicesegretaria dem, Debora Serracchiani, che a L'Intervista di Maria Latella su SkyTg24 ha dichiarato: "Renzi ha detto che utilizzeremo tutti gli strumenti normativi a disposizione. Abbiamo due opzioni: o andare in aula così com'è la legge, votando emendamento per emendamento, oppure siamo pronti anche a maxiemendamento". La partita è ancora aperta.