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Scuola, "La Dad anche post Covid". Il ministro Bianchi non vuole rinunciarci

"La pandemia ha esasperato i problemi, è l’occasione per intervenire. Draghi mi ha chiesto di riportare la scuola al centro dello sviluppo del Paese"

Scuola, "La Dad anche post Covid". Il ministro Bianchi non vuole rinunciarci

Il Coronavirus continua ad essere un ostacolo per le aperture delle scuole. Il governo ha deciso di intervenire con nuove chiusure degli istituti in zone arancioni e rosse. Si torna quindi alla Dad, ma per il neo ministro dela Scuola il passaggio non sarà solo provvisorio, ma diventerà definitivo. "Stiamo lavorando - spiega Bianchi alla Stampa - al suo miglioramento, con un gruppo composto da persone sia interne al ministero che provenienti dai territori, dirigenti scolastici, docenti, maestri di strada. Abbiamo già raccolto quasi 200 esperienze su come si è evoluta la didattica a distanza: le diffonderemo. Faremo formazione mirata per i nostri docenti sulle nuove forme di didattica. Investiremo risorse per affrontare questa fase. Attiveremo la rete del volontariato a supporto della scuola, favoriremo i patti di comunità con il territorio, guardando anche oltre l’emergenza, considerando la dad non come ripiego ma come integrazione e arricchimento per costruire una scuola nuova".

"Conosco - prosegue il ministro Bianchi alla Stampa - il presidente Draghi da molti anni. Mi ha chiesto di riportare la scuola al centro dello sviluppo del Paese, di guardare alla scuola che verrà, oltre l’emergenza. Il punto cruciale del nostro Recovery Plan per l’Istruzione sarà la lotta contro la dispersione scolastica e la povertà educativa. Ci sarà un grande piano. La pandemia ha esasperato una situazione che era presente anche prima, ora abbiamo l’occasione per intervenire. Ci siamo trovati di fronte a un rapidissimo cambiamento della situazione epidemiologica. La variante inglese ha modificato radicalmente il quadro precedente: colpisce anche i ragazzi e non solo quelli tra i 10 e i 19 anni, ma anche più piccoli. Abbiamo chiesto un parametro chiaro. Il Ctsce lo ha dato: 250 casi ogni 100 mila abitanti. Abbiamo fatto delle scelte. La scuola sarà a distanza in situazioni eccezionali e comunque nelle aree in cui servono forti restrizioni legate all’andamento dell’epidemia".