Politica

Se si va al voto vanno tutti a casa. Renziani pronti per il governissimo

Alberto Maggi

I fedelissimi dell'ex premier sono maggioranza nel Pd e...

Elezioni sì, elezioni no. E' questa la domanda che circola insistentemente in Transatlantico dopo il responso delle urne di domenica scorsa. Le forze politiche e i singoli parlamentari scrutano gli scenari, controllano le agenzie minuto per minuto, misurano la temperatura della tensione nella maggioranza e si interrogano non solo sul futuro del Paese ma anche sul proprio destino. La linea ufficiale del Partito Democratico, ribadita più volte in campagna elettorale dal segretario Nicola Zingaretti, è chiara: se cade il governo Conte ci sono solo le elezioni anticipate. Nessuna alleanza con il M5S e nessuna disponibilità ad un esecutivo tecnico modello Mario Monti. Attenzione, però, perché sono in molti tra Montecitorio e Palazzo Madama che stanno guardando attentamente a ciò che potrebbero fare i parlamentari renziani.

Le liste delle Politiche del 2018 le aveva fatte in piena autonomia l'ex segretario ed ex premier e infatti tra deputati e senatori i renziani sono ancora circa tre quarti, ovvero il 75% dei gruppi parlamentari. E' del tutto evidente - come confermano fonti dell'attuale maggioranza del Pd - che in caso di elezioni anticipate le liste questa volta verrebbero fatte da Nicola Zingaretti tenendo presente l'esito delle primarie di inizio marzo. E quindi tra fedelissimi-doc (area Giachetti) e schierati moderatamente ma non dell'ex giglio magico (area Martina), i renziani che tornerebbero in Parlamento non sarebbero più del 35% del totale degli eletti dem. Tradotto: più della metà degli attuali deputati e senatori fedeli all'ex presidente del Consiglio andrebbero a casa perdendo la poltrona in Parlamento.

Alla luce di questo ragionamento, l'attenzione è proprio sulle mosse dei renziani (75-80 ala Camera e una quarantina al Senato) che, in caso di crisi di governo, potrebbero entrare in gioco per paura di perdere il posto. Certo non per un governo con il M5S, impossibile visti i rapporti tra Renzi e Di Maio e che comunque non avrebbe i numeri mancando i dem di Zingaretti, ma per un esecutivo di larghe intese, tecnico, istituzionale o del Presidente. In questo caso la cospicua pattuglia di renziani a Montecitorio e a Palazzo Madama potrebbe risultare utilissima per evitare lo scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne. Certo, fonti vicine al segretario Pd fanno notare che in questo caso, disobbedendo alle direttive del leader, i deputati e i senatori contrari al voto sarebbero immediatamente fuori dal partito. Ma forse, fanno notare altre fonti dem, sarebbe proprio l'incidente spesso cercato per fondare il partito macroniano di Renzi e i suoi.