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Politica
Selvaggia Lucarelli al veleno contro Fabio Fazio: "Non è un martire"
Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli all'attacco contro Fabio Fazio: "Nessuna cacciata, non ne facciamo un martire"

Ieri Selvaggia Lucarelli ha fatto un lungo post su Facebook sulla vicenda di Fabio Fazio che centra bene quanto è successo, demistificando molti luoghi comuni che come al solito sono fioccati. La sinistra ha infatti strumentalizzato quanto accaduto, facendolo passare per una cacciata dalla Rai, una specie di editto bulgaro che fece Silvio Berlusconi nel 2002.

“L'uso che Biagi... Come si chiama quell'altro? Santoro... Ma l'altro? Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga”. Altri tempi altri luoghi, si dirà, ed infatti è proprio così. Intanto Santoro aveva furbamente lavorato per Mediaset con Moby Dick fino al 1999 e comunque nel 2005 tornò in Rai con Annozero, mentre diverso fu il discorso per Biagi e Luttazzi. Nel caso Fazio invece si tratta di un passaggio economicamente assai conveniente per il conduttore.

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Altro che “cacciata” e relativa polemica che è stata montata ad arte. Al Pd ha fatto invece assai comodo la vicenda che ha subito strumentalizzato a suo favore, spacciando la cosa per una sorta di secondo editto bulgaro. La Lucarelli ha fatto bene a dire che “Fazio è nudo” e cioè riconducendo la storia alla sua reale dimensione, che è quella economica.

Poi Fazio è uno di quelli che fanno parte del raro club di quelli che cadono sempre in piedi e non può certo lamentarsi di come siano andate (bene) le cose. In effetti c’è stata la solita ipocrisia sul ruolo della Rai che è gestita dalla politica e la politica in Italia la fanno ancora (per fortuna) i partiti. Scrive a tal proposito la Lucarelli: “La Rai, signori miei, è questo. É una torta e la fetta più grande se la prende chi governa. Sta succedendo più o meno quello che succede da sempre: amici, pedine o soldatini piazzati nelle roccaforti dei tg, dell’informazione e dell’intrattenimento, scambi di favori e qualche bilanciamento per accontentare pure gli altri, nulla di nuovo sotto il sole. Abbiamo visto raccomandati e campioni di mediocrità imposti pure da partiti che oggi ci sembrano virtuosi del merito, e tanti sono ancora lì al loro posto per giunta”.

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