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Politica
Sig. ministro bentornato… ora prima la cultura
Foto LaPresse

Qualche giorno fa mi sono chiesto: come si può, a poche ore dalla fine dell’attività legislativa, firmare un decreto che stravolge l’organizzazione museale italiana? Sebbene sia comprensibile la volontà di lasciare un segno e di provare a portare avanti le proprie idee e politiche culturali, di certo non è risultato efficace firmare una riorganizzazione ministeriale a poche ore dalla fine dell’attività di Governo.  Una scelta, questa, che ha già lasciato il segno della crisi e dell’incertezza, aprendo a una nuova stagione dove tutto ciò che oggi è stato messo in discussione sarà nuovamente rimesso in discussione a scapito dell’Arte e della Cultura.

Via l’autonomia a quei poli museali che l’avevano ottenuta con la riforma Franceschini; via i poli regionali museali a favore di dieci direzioni territoriali delle reti museali; al via una cassa comune per favorire i musei più piccoli. Questi i punti salienti della riforma e sebbene l’ultimo punto sia piacevolmente auspicabile per una maggior valorizzazione di tutto il nostro patrimonio culturale (tenendo a mente le necessità economiche di ciascuno per il mantenimento dei beni custoditi), è bene sottolineare come l’abolizione dei poli museali regionali porti regioni diverse a condividere una stessa cabina di regia.

Ma come si fa, mi chiedo, a governare musei tra loro profondamente diversi sia dal punto di vista culturale che di gestione e notorietà? Bisognerebbe chiederlo al fu inquilino del MiBAC che purtroppo, però, non c’è più. Oggi è stata avviata una nuova stagione politica, dove Dario Franceschini è stato chiamato nuovamente a guidare il Ministero per i Beni e le Attività Culturali con (finalmente!) la delega al Turismo, riportando quella T nell’acronimo MiBACT che tanto ci è mancata, soprattutto per logica gestionale.

Nel fare i migliori auguri di buon lavoro al Ministro, mi auguro che la nuova stagione politica possa davvero essere costruttiva e lungimirante, perchè ne abbiamo tanto, troppo bisogno. La cultura da sempre rappresenta un elemento fondamentale per la vita e la conoscenza del passato di ogni nazione e può essere una chiave utile per non commettere gli stessi errori di ieri... oggi. Riusciremo a riportare in auge la cultura nell’azione di Governo? Ora è il momento delle scelte, basta temporeggiare!

 

 

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